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Rapporto sull’economia livornese: luci ed ombre sui traffici del porto

La crescita del comparto dei ro/ro contro il calo delle crociere e del totale degli arrivi delle navi – Gli altri indicatori della provincia: poca impresa, edilizia in crisi, lavoro in stand-by

Costalli e i suoi collaboratori.

LIVORNO – Una provincia dove la crisi ha colpito duro e ci vorranno anni per tornare alle realtà pre-2009: ma dove almeno il 2014 ha segnato in alcuni comparti una fine della caduta e dove nei porti, sia a Livorno che a Piombino, si è ricominciato a vedere qualche segno più.
Nel presentare una importante serie di dati per la 13ª Giornata dell’economia, il presidente della Camera di Commercio di Livorno Sergio Costalli ha inquadrato il rapporto locale confrontandolo con alcuni importanti richiami al parallelo rapporto sull’economia nazionale. Sono quasi duecento pagine di dati e tabelle che spaziano dall’edilizia al commercio, dalla logistica ai traffici portuali.
[hidepost]Le imprese – La propensione a fare impresa è il punto di partenza. La provincia di Livorno ha il record negativo di tutta la Toscana (in tre anni è caduta dal 20,0 al 18,6 contro il 24,1 e il 21,5 della Toscana) ma è comunque sopra alla media nazionale (19,9 al 17,6). Per gli under 40 vale lo stesso, propensione poca e in calo, anche se siamo più vicini alla media nazionale. Aumenta invece la voglia d’impresa degli stranieri, in crescita dal 2011 dal 16,8 al 17,3 (piccole nicchie dell’edilizia e del commercio, guidate da albanesi e cinesi) nettamente sopra la media nazionale, ma ancora meno di quella toscana. In sintesi, la demografia d’impresa per il 2014 vede 32.519 imprese registrate (+0,4%) di cui 28.145 attive (-0,3%) 2.257 nuove iscrizioni (-6,8%) ma 2.068 cessazioni (-16,7%). C’è dunque un tasso di crescita dello 0,65% confrontato allo 0,29% dell’anno prima, il 2013. Tra le imprese più in crisi (chiusura) si registrano quelle femminili.
Interessante la variazione delle imprese artigiane. L’area livornese registra un +0,7% trainato dalla Val di Cornia (+1,2%) mentre il calo più forte è condiviso da val di Cecina (-2,0%) e Arcipelago (-2,5%). Il pur leggero “più” dell’intera area si confronta con un -1,6% della Toscana e il -1,8% nazionale. Fatturati e attività sono comunque in calo e le previsioni per il 2015 restano prudenti.
L’industria – In contrazione evidente il settore dell’industria: -1,4 nelle manifatturiere, -1,7 nelle “utilities pubbliche”, -2,1 nelle costruzioni, -1,9 nel totale dell’industria livornese. Nel comparto manifatturiero dati economici negativi per Livorno: -5,3% per la produzione (Toscana -1.9%) -7,5% ordinativi esteri (Toscana +0,2%) fatturato estero -5,9% (Toscana +0,9%) ma anche qualche dato positivo: cassa integrazione -3,5% (Toscana – 0,5%) ed export +3,1% (Toscana +2,1%).
L’edilizia – L’edilizia continua a soffrire (-2,1% nel totale dei vari rami) con un’unica eccezione, l’ingegneria civile che cresce del 2,3% nell’anno. Il mercato immobiliare in compenso s’è risvegliato: il residenziale nella provincia è cresciuto del 6,9% (solo città +2,6%) anche se siamo ancora sotto le medie sia della Toscana che nazionale.
Il commercio – Registra 8.501 realtà (+0,9%) con un consolante -14,5% delle cessazioni. Il turismo tiene, con 8 milioni e poco più di presenze (stabili dal 2010) e la crescita degli arrivi da 1.207.854 del 2010 a 1.296.516 del 2014: ma è un turismo concentrato nella provincia, stabile specie nell’arcipelago (Elba).
Il porto – Le attività portuali vedono un forte incremento delle auto nuove (+11,5%) ma il parallelo calo dei croceristi (-15%) e il più modesto calo nel numero delle navi arrivate (-4,1%). I rotabili (camion e ro/ro) vedono invece un buon aumento, +7%, il che dovrà far riflettere sulle esigenze troppo a lungo sottovalutate del comparto in quanto a spazi e attracchi. Anche i contenitori aumentano del 3,3%, ma partendo da basi che erano scese in modo preoccupante.
Il credito – Nel settore del credito sono fortemente aumentati i depositi (+6%) e calati gli impieghi (-2,4%) a testimonianza del clima di sfiducia nell’economia: ovvero, chi può fa come le formiche, mette da parte, tasse permettendo. I prestiti rimangono a livello stabile.
L’Hi-Tec – L’impresa hi-tech a Livorno è leggermente più numerosa che in Toscana (97% contro 95% nella ricerca di base e per lo sviluppo di prodotti innovativi) ma è sempre una nicchia.
Il lavoro – Il mercato del lavoro soffre: il tasso medio di occupazione tra 15 e 64 anni è del 62,4% inferiore alle media regionale (63,8%) ma superiore a quella nazionale (55,7%). I pensionati nella provincia sono 123.089 con importo medio mensile di 1.083 euro. Le pensioni più alte sono degli ex dipendenti pubblici con media di 1.812 euro al mese.
Nelle previsioni 2015 il valore aggiunto dovrebbe leggermente crescere (+0,6%) il reddito delle famiglie anche (+1,2%) i consumi dell’1,8%, gli occupati dello 0,6% e la produttività del lavoro dell’1,2%. Nota preoccupante, la crescita dei disoccupati del 16% nell’anno, che solo nel 2016 calerà al +1,1%. Dal punto di vista delle opportunità di lavoro, la strada della ripresa si prospetta dunque ancora troppo lunga. E forse ha ragione Costalli quando, in apertura di presentazione, ha detto che il territorio di Livorno potrebbe essere una specie di “terra Felix”, per le opportunità che offre alla logistica e alla portualità, ma occorre “che tutti, privati e istituzioni, facciano il proprio mestiere e specialmente remino nella stessa direzione presentandosi compatti agli investitori internazionali”.
A.F.

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Pubblicato il
17 Giugno 2015

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