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La rivoluzione del GNL in mare anche l’Italia verso le navi “green”

Confermato il progetto di utilizzare la piattaforma offshore OLT anche per rifornire bettoline specializzate – Le indicazioni dell’IMO e le normative in preparazione al MIT – Le aziende al top

Un aspetto della 3ª ConferenzaGNL.

ROMA – Adesso sarà necessario metabolizzare la notevole gamma di informazioni, proposte e riscontri giuridici emersi tra giovedì e ieri nella terza ConferenzaGNL dedicata in particolare al Mediterraneo. Perché dalla stessa Conferenza, e dalla parallela prima Fiera delle aziende impegnate nel settore, è apparso evidente che alla fine anche il Mediterraneo, per altri versi indicato come il ventre molle dell’Europa, sta prendendo sul serio le normative dell’Unione Europea sull’uso del gas naturale liquefatto (GNL) come carburante alternativo (o bi-fuel) per i grandi motori sia terrestri che navali.
[hidepost]Con una consolante constatazione: che ci sono imprese italiane già pienamente “mature” nel campo, sia come tecnologia di riconversione dei motori, sia di progettazione e costruzione di speciali serbatoi da bassissime temperature (come il GNL richiede), sia infine come fornitori di stazioni di rifornimento del gas, praticamente chiavi in mano.
Riferiremo nel prossimo numero con maggiori dettagli la cronaca delle due giornate di lavori. Da sottolineare che sia giovedì che ieri gli elementi chiave della Conferenza hanno ruotato sui temi della legislazione europea e sulle realtà già esistenti sulle coste italiane nel settore GNL, con il progetto della OLT Toscana Offshore di utilizzare il rigassificatore davanti a Livorno anche come stazione di rifornimento per bettoline e piccole navi a gas. Non a caso anche il quotidiano della Confindustria ha sottolineato, nel servizio di apertura per la Conferenza di Roma, che “il rigassificatore OLT di Livorno punta a diventare, con un investimento intorno ai 5 miliardi, anche un terminal per trasferire il gas liquefatto su bettoline capaci sia di trasportarlo in depositi a terra, sia di rifornire il mare le navi a GNL”. Come avevamo anticipato, il progetto è stato presentato ufficialmente giovedì mattina da Alessandro Fino (OLT) ed ha avuto anche ieri un importante seguito di interventi e proposte collegate. E’ stato confermato che l’intero progetto OLT potrà essere realizzato nell’arco di un paio d’anni: esattamente i tempi nei quali anche il Mediterraneo – come già accade nel Baltico e ci si appresta a a fare anche nei mari del Far East – vedrà una forte spinta per l’utilizzo del GNL nella propulsione navale.
Torneremo anche nei dettagli più importanti dell’intervento di Enrico Maria Pujia, direttore generale del settore porti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Perché mentre le imprese italiane – molte delle quali già citate su queste pagine nel numero scorso – sono all’altezza del compito e anche della tecnologia del GNL, le normative sono solo adesso in fase di definizione. Con qualche spunto di eccellenza, per esempio nel campo delle motorizzazioni delle unità della Marina Militare. E con la consapevolezza che anche l’armamento italiano non sta a guardare e spinge con forza – il gruppo Grimaldi docet – anche sulla base delle proprie esperienze nel mare del Nord.
E dal Far East arrivano anche conferme dell’interesse per il comparto.
“La Cina ha iniziato ad importare il metano liquido da poco, nel 2006, quando l’Europa aveva già tanti anni di esperienza, ma la nostra crescita è stata molto significativa. In quell’anno avevamo un solo terminal di importazione, oggi sono 16”. Lo ha detto il professor Wensheng Lin, dell’Università di Shangai, durante la presentazione della ConferenzaGNL.
Il professor Lin è uno dei massimi esperti cinesi di GNL (gas naturale liquefatto), protagonista del settore nel suo paese con gli studi e le applicazioni industriali della trasformazione del metano da naturale a liquido. “Abbiamo un ammontare significativo di giacimenti di gas naturale, tradizionali e non (shale gas ndr), ma non abbastanza infrastrutture. Su di un territorio grande quanto gli Stati Uniti, i gasdotti sono 1/100. Di qui il successo del GNL di media e piccola taglia”. Ha proseguito il professor Lin.
La lezione per l’area del Mediterraneo, alla cui metanizzazione è stata dedicata la ConferenzaGNL di quest’anno, è che nelle aree costiere e interne del Nord Africa e del Medio Oriente, ma anche in Sardegna e Corsica, l’opzione GNL è ormai la favorita, grazie anche ai risparmi di scala ottenuti in Cina, dove sono attivi un centinaio di mini liquefattori, al servizio delle industrie e delle città limitrofe, migliaia di depositi e oltre 2000 stazioni di servizio per camion e autobus.
Il professor Sergio Garribba, presidente del comitato scientifico della ConferenzaGNL, ha ricordato che: “La ConferenzaGNL e la Prima FieraGNL cadono quest’anno in un momento molto importante per lo sviluppo delle filiera in Italia e nella proiezione mediterranea. A giorni sarà in consultazione la Strategia nazionale sul GNL elaborata dal Ministero dello sviluppo e verrà in discussione il recepimento della Direttiva 94/2014 per l’utilizzo di combustibili alternativi al petrolio, mentre la nuova strategia europea sulla “Energy Union” mette l’utilizzo del GNL al primo posto per la sicurezza energetica dell’Europa”.
“Il GNL si sta affermando nel settore dei trasporti in Europa, come nell’America del Nord, siano essi marittimi e terrestri oltre che negli usi industriali off grid, non solo per la convenienza economica ma anche in virtù del molto minore impatto ambientale rispetto ai combustibili tradizionali. Niente composti dello zolfo, dell’azoto e polveri sottili, circa il 20% in meno di CO2” ha concluso Garribba.

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Pubblicato il
13 Giugno 2015

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