Vinitaly 2015 a Verona con l’export oltre 5 miliardi
Il record registrato l’anno scorso riguarda oltre al valore anche la quantità malgrado la congiuntura che ha frenato il mercato – Le prospettive per il prossimo futuro e la difesa dell’originalità del prodotto
VERONA – L’Italia del vino mette a segno un altro record. Lo dice oggi l’Istat, fissando poco sopra 5,11 miliardi di euro il dato definitivo relativo all’export 2014, contro i 5,04 miliardi del 2013. Leggera crescita anche della quantità con oltre 20,54 milioni di ettolitri, contro 20,32 dell’anno precedente, nonostante la difficilissima congiuntura di mercato.
Per capire le dinamiche che hanno portato a questo risultato e quali scenari si prospettino per l’immediato futuro e nel medio periodo, quali siano i Paesi sui quali continuare ad investire e il ruolo della politica negli scambi internazionali, Vinitaly (22-25 marzo – www.vinitaly.com) ha intervistato alcuni dei protagonisti del sistema vitivinicolo italiano: Domenico Zonin, presidente Unione Italiana Vini – Uiv; Sandro Boscaini, presidente Federvini; Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdop; Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi e presidente del Comitato scientifico del Padiglione Vino – A taste of Italy all’Expo 2015; e Ruenza Santandrea, presidente Gruppo Cevico e membro del Comitato scientifico del Padiglione vino.
[hidepost]Queste le domande: L’export enologico italiano ha registrato negli ultimi 20 anni e in particolare negli ultimi 7-8 anni performance straordinarie, soprattutto in termini di valore, e questo nonostante la crisi economica mondiale. Diverso l’andamento del 2014. Cosa dobbiamo attenderci per il 2015 e nel medio periodo? Negli ultimi anni come è cambiato il mercato internazionale? Quali le promesse mancate e quali invece i mercati su cui concentrarsi nei prossimi anni? Quale peso ha la politica nell’influenzare l’export di vino nel mondo, non solo di vino italiano?
Le risposte degli esperti intervistati sottolineano quanto sia importante per il comparto vinicolo italiano, difendere le peculiarità della produzione nazionale, prendere le distanze – con il supporto delle normative nazionali e possibilmente con un maggiore coinvolgimento di quelle europee – dalle troppe imitazioni spesso scadenti e fraudolente, e svolgere una azione di marketing mirata. Tutti sono d’accordo nel considerare Expo 2015 una grande ed unica occasione per la valorizzazione del prodotto nazionale, che oggi è tra i “must” in assoluto del made in Italy nel mondo.
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