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Portuali e alleanze

Maria Gloria Giani

LIVORNO – Il percorso intrapreso dal Propeller Club con la prima conferenza del nuovo anno è quello dell’approfondimento della conoscenza delle principali realtà operative dello scalo e del territorio labronico e di come si ristrutturino per reagire alla crisi perdurante. Invitati dalla presidente Maria Gloria Giani in questa prima sessione CPL e CFT, già protagonisti delle cronache locali per la loro joint venture ed oggi per la decisione del gruppo portuale livornese di cedere la metà della sua impresa CILP ai gruppi Neri e Negri. Ma prima ancora di immaginare quali nuovi scenari ed effetti questo nuovo assetto societario potrà portare alla comunità portuale la serata è servita per capire come si sta muovendo l’alleanza stretta circa un anno fa dalla cooperativa fiorentina e dalla compagnia livornese.
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Nella foto: (da sinistra) Claudio Torchia, Fulvio Romeo Franchini, Enzo Raugei e Maria Gloria Giani.

A parlare per primo è stato Enzo Raugei, presidente della Compagnia Lavoratori Portuali, che ha ricordato le tappe seguite all’obbligatorio cambio di volto del gruppo dato dall’approvazione della legge 84/94: una politica di alleanze con partecipazioni nei vari terminal successivamente nati ed un’ottica sempre più imprenditoriale per rispondere alla dura legge del mercato e della concorrenza. Proprio il mercato, resosi sempre più difficile, soprattutto nel corso della crisi economica non ancora superata, ha portato la compagnia – ha detto Raugei – a dover fare i conti con la necessità di ridurre le spese e contemporaneamente crescere anche attraverso una fase di dolorosa riorganizzazione che ha visto da un lato incentivare prepensionamenti, riduzioni salariali, cessioni del patrimonio immobiliare e dall’altro una innovativa ricerca all’esterno di figure manageriali in grado di rilanciare l’attività. La CPL si è concentrata sul core business ed ha puntato su questa alleanza che beneficia delle reciproche economie di scala per fronteggiare un mercato sempre più selettivo nei confronti delle dimensioni aziendali ed offrire servizi di logistica integrata che vanno dalle operazioni portuali fino alla consegna a destino.
Fra i relatori della conferenza anche i manager Fulvio Romeo Franchini (marketing e sviluppo strategico e componente del CdA della CPL) e Claudio Torchia (direttore sviluppo CFT) che hanno dettagliato caratteristiche e numeri delle reciproche imprese insieme ai risultati ed agli obiettivi dell’alleanza. Oggi la CPL conta 380 soci, è una holding composta da 16 società e da servizi di manodopera a forte specializzazione con 36 milioni di fatturato aggregato concentrata in cellulosa, auto e multipurpose. La CFT da parte sua, ha 400 milioni di fatturato aggregato di cui 350 sulla logistica integrata, 2300 soci lavoratori che con l’indotto arrivano a 5000, è presente in tutto il territorio nazionale sia nella logistica integrata che in altri rami (facility ed ambiente). “Con CPL l’obiettivo era di diversificare per poter aggredire un mercato – ha detto Torchia – convinti che attraverso il mondo portuale possiamo completare la nostra offerta così come CPL può rivolgersi, grazie a noi, ad un mercato non solo portuale”. Le due realtà hanno costituito un gruppo paritetico cooperativo che le sovraintende nelle scelte e che discute gli indirizzi strategici. Fra gli ultimi progetti ideati per rispondere alle richieste di un “servizio chiavi in mano” dei clienti internazionali proprio grazie alla sinergia con CFT, ci sono quelli inerenti la logistica, trasporto su gomma e ferroviario attraverso la società MITO (6 milioni di fatturato). C’è poi la gara vinta per le celle CSC per il mercato dell’ortofrutta (1.200.000 euro di fatturato ed il preciso obiettivo di raddoppiarlo). Fra quelli volti a diversificare l’attività c’è invece il recente progetto “Kambusa” che riguarda il catering navale con all’attivo una quarantina di consegne in molti porti d’Italia e quello relativo alla piattaforma ecologica, precedentemente annunciato e che sarà definito verso metà febbraio; esso vedrà le due cooperative unite a due grandi imprenditori privati toscani, colossi nel settore ecologico, in un investimento per 4 milioni e mezzo di euro.
Dopo questa esposizione tutta in positivo, la conferenza ha trovato il suo momento di vero confronto nelle parole del socio Propeller Antonio De Luca, spedizioniere, che ha espresso la preoccupazione che questa forte alleanza porti allo sconfinamento del terminalista in ambiti non suoi propri con il rischio che la categoria da lui rappresentata e composta di tante realtà, sicuramente di più piccole dimensioni, venga cannibalizzata. Franchini ha risposto che questo può accadere quando non c’è serietà professionale e che ad oggi la MITO non ha avuto rimostranze in questo senso. Al contrario – ha aggiunto – nella sua visione imprenditoriale, la possibilità di entrare in contatto con nuove imprese rappresenta, anche per loro, più che un rischio, un’opportunità di crescita. Da parte del socio Giovanni Tognotti, spedizioniere, la conclusione con l’augurio che i servizi di logistica integrata offerti dall’alleanza CPL-CFT vengano rivolti a lavori nuovi e non a quelli già esistenti.
A commento si può solo rilevare la fondatezza della preoccupazione degli spedizionieri presenti proprio per la qualità e dimensione della alleanza CPL – CFT. C’è da augurarsi, per questa parte di storia imprenditoriale labronica, che si sappia reagire in positivo e concretamente in termini di mercato: ovvero che non si verifichi un’esasperazione concorrenziale a tutto vantaggio dei soli clienti ed a detrimento degli operatori ma, al contrario, che la loro “battaglia” si giochi sul piano del miglioramento dei servizi e dell’efficienza creando ulteriore terreno fertile per nuovi volumi di lavoro.
A fine serata la presentazione di quattro nuovi soci: lo stesso Fulvio Romeo Franchini, Luca Becce, Maurizio Sarri e Mauro Valente.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
31 Gennaio 2015

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