Massidda: io vittima
L’ex presidente dell’Authority di Cagliari rimane fuori ma la Suprema Corte ha bacchettato anche il Consiglio di Stato sul tema laurea

Piergiorgio Massidda
ROMA – Il titolo di laurea specifico nel settore della logistica o della portualità non è elemento “sine qua non” per poter diventare presidente di una Port Authority; ma è comunque richiesta una comprovata esperienza in materia portuale. Così, in stretta sintesi, l’argomentazione con cui la suprema Corte di Cassazione, interpretando la legge 84/94, ha respinto alla vigilia di Natale il ricorso dell’ex senatore ed ex presidente della Port Authority di Cagliari Piergiorgio Massidda contro il Consiglio di Stato che l’aveva “disarcionato” dalla presidenza proprio per la sua laurea.
La sentenza della Cassazione, la n. 27341 è stata depositata in Cancelleria a Roma ed ha ovviamente aperto la stura a tutta una serie di conseguenze. Soddisfatto, malgrado la diversità delle motivazioni apportate dalla Corte di Cassazione rispetto al Consiglio di Stato, il ricorrente che aveva innescato il procedimento contro Massidda, l’assessore regionale ai trasporti della Sardegna Massimo Deiana.
[hidepost]Amareggiato e durissimo il commento di Massidda. “La Suprema Corte di Cassazione ha respinto il mio ricorso contro il pronunciamento del Consiglio di Stato – ha scritto Massidda in una nota diramata a tutte le agenzie di stampa – che mi aveva fatto decadere dalla carica di presidente dell’Autorità portuale di Cagliari. Per i giudici del Consiglio di Stato – ha sottolineato Massidda – la mia laurea non era connessa alla materia portuale: per la Suprema Corte invece il titolo di laurea non è un requisito fondamentale previsto dal legislatore, ma sarebbe comunque stata necessaria all’atto della mia nomina una maggiore esperienza in materia portuale. La mia attività manageriale e di parlamentare non è stata minimamente considerata. Paradossalmente dopo questa sentenza – sottolinea ancora Massidda – chiunque, anche senza laurea specifica ma con una esperienza nel settore, potrà fare il presidente di porto, me compreso”. E Massidda continua, amareggiato e deluso. “Mi sento vittima di un sistema burocratico che non tiene conto dei risultati raggiunti. In Italia dunque non contano i risultati, quello che si è prodotto, ma l’interpretazione giuridica. Sono fortemente dispiaciuto perché sotto la mia presidenza il porto di Cagliari cresceva, stavamo raggiungendo risultati eccezionali ed avevamo messo in piedi progetti ambiziosi. Ma questo probabilmente – conclude l’ex presidente della Port Authority – in questa pazza Italia non interessa a nessuno”.
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