18° Euromed gioie e dolori del mondo Ferry

Gianluca Grimaldi (a sinistra), Emanuele Grimaldi e Ugo Salerno.
ELOUNDA – Grecia (dal nostro inviato) – La scelta dell’isola di Creta come sede della 18ma Euromed Convention della Grimaldi Group non è stata casuale dato che la manifestazione ha inteso approfondire le prospettive portuali del “ferry” con particolare riferimento a quello greco. Altro focus è stato posto sulle tematiche inerenti principalmente i traffici nordeuropei. Le due aree in questione, quella greca e quella nordeuropea, rappresentano rispettivamente i centri gravitazionali della Minoan Lines e della Finnlines, compagnie navali facenti parte del Gruppo Grimaldi. Gli approfondimenti sui due grandi temi, trattati in due distinte sessioni, sono stati portati, oltre che dall’amministratore delegato del gruppo, Emanuele Grimaldi, anche dai principali esponenti degli interessi in gioco nelle due aree e dai rappresentanti istituzionali delle stesse.
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La grande partecipazione all’Euromed Convention a Creta.
Emanuele Grimaldi in apertura dei lavori ha riportato il quadro della situazione che attualmente vive questo specifico settore marittimo dei trasporti a livello europeo: “Il roro-pax oggi si muove in una contingenza interessante, mai verificatasi prima d’ora, e gode di quegli stimoli macroeconomici che stanno indirizzando tutte le compagnie verso modelli di sviluppo sostenibile. L’attuale instabilità politica in Medio Oriente, in Russia ed in Africa aggiunge complessità al mercato ed al commercio spingendo gli operatori alla flessibilità e alla creazione di servizi su misura per il cliente. Riguardo poi alla situazione generale europea: pur persistendo gli effetti della stagnazione economica si verificano nello stesso tempo situazioni che infondono fiducia alle compagnie più dinamiche. Grazie alla politica della BCE oggi esistono infatti migliori condizioni per la liquidità ed il costo del denaro è più basso e ciò sta generando investimenti; in secondo luogo il cambio vantaggioso con l’America sta favorendo le esportazioni europee e, in ultimo, nonostante la peggiorata situazione geopolitica, il costo dei combustibili è diminuito rispetto al picco del 2012”.
Entrando nelle specifiche aree trattate: in quella greca la crisi del settore mercantile si è avvertita più che negli altri paesi europei ed è stata determinata – oltre che dai noti fattori – dalla specificità del Paese che ha un debito pubblico di circa il 200% del Pil. Cause ineludibili di crisi sono la finanza disastrata e la difficoltà ad allinearsi alle direttive europee peraltro insensibili alla diversa situazione della Grecia rispetto a quella degli altri paesi dell’Unione. In questo quadro l’affermarsi delle tariffe low cost ed il progressivo indebitamento verso le banche ha portato le piccole e medie compagnie in una situazione di crisi da cui non riescono più a risollevarsi, tanto che attualmente l’80% della flotta “ferry” è controllata dalla Banca del Pireo. Come sostenuto da Emanuele Grimaldi – che comunque ha messo ben in chiaro la diversa situazione della Minoan Lines – non c’è difesa in questo contesto, salvo che le compagnie non prendano atto di un processo strutturale ormai avvenuto e sostenibile solo garantendosi un’autonomia finanziaria raggiungibile grazie a dismissioni ed accorpamenti in grado di portare economia di esercizio. In accordo il presidente dell’Autorità portuale di Brindisi Hercules Haralambides che pone l’accento sull’importanza di una forte regolamentazione affinché si vada verso gli interessi del cliente. Anche la stessa rappresentante del settore bancario greco Maria Moraitou ha condiviso l’analisi fatta dall’armatore Grimaldi.
Nella seconda sessione dedicata al comparto dell’area nordeuropea, le problematiche di più viva attualità hanno riguardato le tecnologie da mettere in campo per diminuire l’impatto ambientale e per conseguire l’adeguamento alle normative sempre più stringenti con cui gli armatori devono confrontarsi. Il discorso si è aperto con un riferimento alle drastiche decisioni prese dall’IMO nel 2008 relativamente al raggiungimento dello 0,5% dell’emissione di zolfo entro il 2020. Il segretario generale dell’ECSA (Confederazione Europea Armatori), Patrick Verhoven, ha ricordato che le varie leggi hanno dato vita ad un quadro normativo di riferimento entro il quale si deve lavorare e già si prevede, grazie a questi sforzi sui vari fronti, di creare una piattaforma utile al contenimento dei problemi e al conseguimento di risultati spendibili. Le tecnologie messe in campo nello specifico sono l’adozione del LNG il cui utilizzo richiede ancora un’adeguata organizzazione portuale e la necessità di costosi, radicali lavori di rivoluzionamento sui motori marini. Nel periodo di passaggio la soluzione prevalente è stata quella di dotare le navi di scrubbers, complessi macchinari che “lavano” il carburante pesante ma che presentano problemi come il costo elevato e lo spazio che occupano che viene sottratto a quello di utilizzo a bordo nave. Nel suo intervento Ugo Salerno, amministratore delegato Rina, si è detto favorevole, in questa fase, alla tecnologia scrubber evidenziando che si tratta di macchinari di recente introduzione (solo 3 anni) che si prestano a sicuri margini di miglioramento, mentre, per quanto riguarda il passaggio al LNG – ha sostenuto – vede ancora la mancanza di infrastruttura adeguata per la distribuzione, la non certezza del costo e la ricaduta negativa sulle raffinerie che, in seguito al ciclo di lavorazione del gas, andrebbero ad emettere maggiori quantitativi di CO2 e quindi a sostenere nuovi maggiori costi per contrastare il fenomeno.
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Situazione e prospettive del Gruppo Grimaldi sono state evidenziate dagli interventi dell’amministratore delegato nel corso del meeting: una flotta di età media abbondantemente inferiore a quella della concorrenza ed in crescita (ad oggi un totale di 103 navi) che ha visto recentemente l’ingresso di 11 nuove unità con margini altissimi di efficienza che saranno destinate al Deep Sea. Questo all’interno di un programma di investimento di 100 milioni di euro in linea con la filosofia “verde” del Gruppo. Grimaldi da tempo sostiene che, al momento, la via possibile per il contenimento delle emissioni sia quella dell’installazione degli scrubbers sulle nuove e grandi navi e procede in tal senso sopportando un costo unitario di 9 milioni di euro sul naviglio Finnlines. Altri contributi al risparmio energetico verranno dall’adozione di eliche di nuova tecnologia che faranno superare il traguardo già raggiunto del 15,6% di contrazione del consumo di carburante.
La Finnlines grazie ad un programma di riduzione e controllo dei costi ha ottimizzato i servizi ed ha avuto la possibilità di rinnovare le proprie unità con un programma di finanziamenti a lungo termine. Ciò è stato premiato con notevoli aumenti in borsa degli ultimi mesi del titolo della compagnia. Mentre per Minoan Lines si è parlato di una ristrutturazione che ha visto anche la chiusura di una tratta di collegamento tra Venezia e la Grecia ed una vendita di navi come presa d’atto di una difficoltà derivante dalla concorrenza del low cost. Oggi la compagnia greca è in grado di affrontare il mercato con una flotta moderna producendo risultati molto positivi e la performance attesa per il futuro è ancora migliore. Quindi consolidamento necessario per una rinnovata efficienza della compagnia.
Cinzia Garofoli
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