Il CF De Falco all’ufficio studi: amareggiato (“Me ne vado”?)
L’ufficiale simbolo nel dramma della Concordia tolto dall’operativa

Gregorio De Falco
LIVORNO – Non è un caso unico, quello del trasferimento non gradito di un ufficiale ad altro incarico. Ma questa volta ha toccato colui che è diventato un simbolo, il capitano di Fregata (Cp) Gregorio De Falco: il simbolo positivo, di un decisionismo ruvido e informale ma diventato rapidamente “mantra” (“Torni a bordo, cazzo!”) nella vergognosa tragedia della Costa Concordia al Giglio. E la stampa quotidiana c’è andata a nozze: De Falco punito, De Falco “asfaltato” dall’invidia dei colleghi, De Falco chiuso in una stanza di cui si butterà via la chiave. Ancora: dietrismi su un rapporto definito non particolarmente cordiale tra De Falco e l’ammiraglio Ilarione Dell’Anna, che già comandò la Capitaneria di Livorno avendolo come sottordine e che adesso decide i trasferimenti; dietrismi sull’invidia nel corpo per la sua popolarità; dietrismi sul suo carattere, non certo dei più facili. E molte parole in libertà, su un caso che obiettivamente si presta.
[hidepost]De Falco dunque è stato trasferito da comandante della sezione operativa della Capitaneria di Livorno al comando dell’Ufficio Studi. Lui l’ha presa come una Diminutio; e in effetti per un operativo puro non è stato un bel regalo. Ma lo stesso De Falco – che secondo alcuni giornali intende ricorrere in tribunale – sospetta del mobbing ma ammette che un militare deve obbedire suo malgrado. Salvo – ovviamente – buttare alle ortiche la divisa e darsi, chessò, alla politica. C’è già chi gli avrebbe promesso il laticlavio, considerando la sua popolarità.
Dal comando generale delle Capitanerie arriva adesso la “pezza” ovvero una nota ufficiale sul trasferimento. Eccola, integrale. Ciascuno valuti se chiarisce o no la vicenda, che sembra avrà uno sbocco in Parlamento, dove già ci si prepara a un processo mediatico.
Il cambio di incarico del comandante De Falco, da capo del Servizio Operativo a capo dell’Ufficio Studi – sempre nell’ambito della Direzione Marittima di Livorno – rientra nelle ordinarie dinamiche di impiego degli Ufficiali delle Capitanerie di Porto e risponde, in primo luogo, alla migliore organizzazione funzionale proprio di quella Direzione Marittima.
Va chiarito, in primis, che si tratta di un normale avvicendamento, comune a tutti coloro i quali, come il comandante De Falco, hanno assolto ai propri obblighi di comando ed aspirano, poi, all’avanzamento al grado superiore. Ciò significa, in estrema sintesi – e senza avventurarsi in complicate argomentazioni sulla disciplina dell’impiego degli Ufficiali delle Capitanerie – che far permanere sine die il comandante De Falco nell’attuale posizione impedirebbe ai suoi stessi colleghi di maturare le stesse esperienze e, soprattutto, le stesse condizioni giuridiche, per poter essere promossi.
Va poi aggiunto che il nuovo incarico riservato a De Falco quale capo dell’Ufficio Studi consentirà all’Ufficiale di evidenziare, ancora una volta, le proprie qualità nello svolgimento dei compiti di controllo di gestione, di addetto alle relazioni esterne e di assistente del Direttore marittimo, che il nuovo ruolo, appunto, gli riserva.
Ed è proprio in considerazione delle pregresse e specifiche esperienze maturate dal comandante De Falco, che si è ritenuto di farlo permanere nella sede di Livorno (destinazione, peraltro, da lui stesso richiesta), anche per il contributo che egli saprà senz’altro fornire a supporto dell’attività giudiziaria ed amministrativa relativa alla sciagura della nave Concordia.
Si ritiene che l’elementare e trasparente rappresentazione dei fatti, scevra delle dietrologie e dei complottismi da più parti sollevati, possa servire a fare chiarezza su questa vicenda che, dispiace dirlo, sembra rientrare a pieno titolo nel “molto rumore per nulla”.
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