Legge 84/94: bisogna tagliare il nodo gordiano
ROMA – Diciamo che c’era tanta carne al fuoco e qualcosa è rimasto fuori. Diciamo anche che la riforma della 84/94, inizialmente promessa (almeno per un primo “step”) al consiglio dei ministri di venerdì scorso sconta talmente tante e variegate posizioni anche all’interno della stessa maggioranza governativa che forse un’altra pausa di riflessione non farà male.
[hidepost]Il problema, come sempre, è quello delle urgenze. Con quasi la metà dei porti commissariati, con Bruxelles che va per conto proprio e minaccia di farla lei, la riforma, “ad usum” del Nord Europa, i tempi sono sempre più stretti per fare qualcosa: e ovviamente per farlo presto e bene.
La settimana scorsa abbiamo pubblicato il lungo e articolato intervento del senatore Marco Filippi sul testo della riforma all’esame della commissione del Senato. Da parte sua il ministro Lupi – e non è un mistero che sul testo del Senato non è affatto d’accordo – ha scelto il silenzio sulla sua versione, pur senza fare marce indietro. La posizione di Lupi peraltro è anche singolare: eletto all’assemblea europea di Bruxelles, inizialmente sembrava scontato che avrebbe abbandonato la carica di ministro. Però ad oggi non se ne sa niente: con il risultato che abbiamo un altro ministero – insieme all’Ambiente che come noto ha i suoi guai giudiziari – semicongelato e in attesa di scelte.
C’è chi dice – Umberto Masucci l’ha ribadito anche ieri in conferenza stampa – che le parti in causa stiano preparando i pezzi da novanta in vista della “Naples Shipping Week” della prossima settimana, dove non solo si confronteranno tutte le componenti dello shipping e della portualità, ma lo stesso governo dovrà dire la sua, e non limitarsi ai saluti istituzionali. E allora, aspettiamo: nella speranza che il governo Renzi abbia la capacità, la forza e specialmente la voglia di tagliare questo nodo gordiano da troppo tempo incancrenito.
Antonio Fulvi
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