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Livorno, un porto d’Europa? più che altro, dei battibecchi

Molti interventi a tante problematiche, ma anche la consapevolezza che non si riesce a fare davvero squadra – Il futuro del retroporto e il contestato ingresso di Collesalvetti nel comitato portuale – L’AD dell’aeroporto alla burocrazia: tempi biblici per spostare una linea di demanio

Nella foto: (da destra) Gina Giani, Lorenzo Bacci, Massimo Provinciali, Adriano Poggiali.

GUASTICCE – In tempi pre-elettorali, anche i dibattiti sui massimi sistemi – o sui minimi, trattandosi del porto di Livorno che certo non svetta – vanno presi con un po’ di distacco. Quando poi la premessa è un tema tanto generico quanto ovvio (“Il porto può essere volano di sviluppo”) il distacco critico diventa d’obbligo.
Eppure nel workshop di venerdì sera all’interporto-retroporto “Vespucci” di Guasticce organizzato dalla Fondazione della Libertà presieduta da Altero Matteoli su “Livorno, porto della Toscana, porto d’Europa”, la facile tematica dello sviluppo ha dato luogo a un dibattito tutt’altro che formale, con spunti polemici e chiarimenti di sostanza che hanno portato anche parte degli oratori a togliersi più d’un sassolino dalla scarpa.
[hidepost]E se c’era il rischio di una chiacchierata sull’ovvio ci hanno pensato i tanti interventi a scaricare sul senatore ed ex ministro la summa delle aspirazioni, delle rivendicazioni e anche delle accuse che costituiscono la base della “rivoluzione copernichiana” (così definita dal segretario generale dell’Autorità portuale Massimo Provinciali) che porterà, si spera, alla rivalutazione e al rilancio graduale del porto.
Non sono mancati i siparietti. A partire dalla “pizzicata” del sindaco di Livorno al senatore Matteoli sul suo ruolo (presidente della Fondazione della Libertà o navigato politico della destra berlusconiana?) fino al nemmeno troppo mascherato scontro tra lo stesso Matteoli e Massimo Provinciali sui tempi dei lavori in porto scritti nel bilancio consuntivo dell’Authority (secondo il senatore di FI c’è stato eccesso di enfasi sui tempi di varo del piano regolatore portuale: “Mi si accappona la pelle, ha detto Matteoli, delle richieste che il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici ha già fatto al primo esame del piano”; vuol dire che occorreranno ancora mesi e mesi per averlo approvato). Per chi ha un po’ di memoria storica va anche ricordato che Matteoli, quando fu ministro dei Trasporti, spostò il funzionario Provinciali da un ruolo importante nell’ambito del lavoro portuale a un settore totalmente estraneo in quella che fu considerata una scelta politica interna (ma al Vespucci l’altra sera il senatore ha dato atto a Provinciali di una sua stima professionale continuata e immutata…). L’ex ministro ha bacchettato l’Authority portuale anche sulla dibattutissima (e ancora aperta) vicenda del richiesto ingresso del Comune di Collesalvetti nel comitato portuale di Livorno. Provinciali aveva ricordato che è la legge 84/94 a vietare l’inserimento di Comuni che non siano marittimi, ma l’ex ministro gli ha contestato che per altre realtà (Navicelli) il principio è stato aggirato. Insomma, quasi una rissa, sia pure in termini civili. Come in termini civili ma amareggiati è stato l’intervento di Federico Barbera, presidente del Vespucci (interporto ormai retroporto) che ha bollato di non realistica la funzione di centro intermodale, ha ricordato che la ricapitalizzazione chiesta per 18 milioni si è fermata a metà allungando i tempi della conversione sperata, ed ha ironizzato sui “miracoli” attesi dal nuovo piano regolatore del porto, che anche quando approvato “dovrà trasferirsi dalla carta alla realtà, con il mettere insieme terminalisti oggi in lotta tra loro e aree non omogenee nel sospirato “porto dei porti”. Altro intervento non certo ammantato di ipocrisia quello di Gina Giani, direttore generale e AD dell’aeroporto Galilei di Pisa. Ha ricordato l’impegno della SAT per rendere agibile e piacevole l’aeroportino dell’Elba, impegno non del tutto supportato dagli elbani: ed ha citato le difficoltà infinite di una burocrazia centrale e periferica che ha letteralmente massacrato per dieci anni chi – il suo predecessore – voleva spostare una riga di demanio pubblico nell’interesse dell’economia aeroportuale. La pianificazione è importante – ha detto Gina Giani – ma quando deve passare sotto le forche caudine di funzionari che cercano il pel nell’uovo per non assumersi responsabilità, non si può andare molto avanti in questo paese.
Altri interventi sui temi concreti sono venuti dal direttore marittimo della Toscana contrammiraglio (Cp) Arturo Faraone (che ha sottolineato l’enorme divario di tempo e di pratiche per sdoganare un container in un porto italiano rispetto a Rotterdam), dal presidente dell’interporto di Prato Carlo Longo (perché Prato si serve di La Spezia invece che di Livorno: occorrerebbe un “corridoio doganale” free per facilitare l’utilizzo delle banchine livornesi) di Adriano Poggiali della Regione Toscana, del presidente di Confindustria regionale Pierfrancesco Pacini.
Matteoli ha concluso glissando i singoli problemi ma riproponendo la sua ricetta, che parte dallo scetticismo sulla proposta del ministro Lupi per la riforma della legge dei porti (ridurre le 22 Autorità portuali “a sole quattro o cinque aree logistiche”, un’utopia…). Ce ne sono state, infine, anche per la ricorrente polemica sull’ingresso ad oggi negato del Comune di Collesalvetti nell’Autorità portuale labronica. Un mantra sostenuto da tempo dal sindaco di Colle Lorenzo Bacci, sostenuto da Armando Poggiali a nome della Regione Toscana, con un’apertura inattesa da parte del sindaco Cosimi (che è sempre stato considerato dai colligiani come avversario dell’idea) ma richiamato alla realtà della legge nazionale da parte di Provinciali, che ha ricordato come siano ammessi solo i Comuni costieri. Un richiamo che non è piaciuto a Matteoli, che l’ha contestato. Ma l’ex ministro alla fine ha concluso dicendo che la Toscana è rimasta terra di mille campanili dove non si riesce a far squadra nemmeno sulle problematiche dei porti. E a chi lo contestava ha di fatto rimandato la palla al mittente.

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Pubblicato il
14 Maggio 2014

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