Sul vino i tedeschi in fila
In Germania siamo al top prima di tutti gli altri paesi produttori – Record dell’export per oltre 5 mila milioni di euro

Uno dei viali esterni di Vinitaly.
VERONA – Davvero si apre il cuore a chi guarda ai settori d’eccellenza del nostro paese, nel giorno di chiusura della 48° edizione di Vinitaly: perchè se il mercato interno del vino nei primi mesi del 2014 sembra in ripresa, sicuramente più rosee sono le prospettive che si aprono nei mercati esteri. Nei supermercati Usa, l’Italia è il secondo paese importatore con una quota del 28,3%, dopo l’Australia, distaccando di 22 punti la Francia. Anche nel Regno Unito siamo il secondo paese con una quota del 17%, precedendo California e Francia. In Germania invece siamo il primo paese per le vendite, davanti a Francia e Spagna.
[hidepost]Della serie: insomma, anche la Germania che pure ama raffigurare l’Italia (ve lo ricordate?) con un piatto di spaghetti condito da una pistola, per bere buon vino non ha dubbi. Chiusura eccezionale dunque, nella giornata odierna, per questa rassegna del bere all’italiana che ha confermato un fatturato all’export superiore a 5 mila milioni di euro: e che muove una catena logistica di altrettanta importanza, con imprese di spedizione e trasporto che hanno raggiunto una specializzazione al top, tale da garantire non solo la consegna tempestiva del delicato prodotto, ma anche il trattamento curatissimo durante tutte le fasi della movimentazione. Che come dicono gli esperti della Giorgio Gori – uno dei marchi più qualificati nel comparto – richiede un know-how poco meno che da Nasa… Tanto che in tutti i campi, dalla produzione al trasporto, la ricerca è continua.
«C’è grande interesse per il prodotto italiano nella grande distribuzione estera – ha detto Giancarlo Gramatica, Cliente Director Iri, illustrando la prima ricerca di settore elaborata in esclusiva per Vinitaly – negli Usa i più venduti sono Pinot Grigio, Chianti, Valpolicella/Ripasso/Amarone oltre spumanti e Prosecco. Nel Regno Unito la classifica vede al primo posto il Pinot Grigio, seguito da Prosecco e Sangiovese. In Germania la parte del leone la fanno il Prosecco Frizzante e il Prosecco Spumante».
La crescita delle vendite di vino italiano all’estero nel 2014 viene valutata come molto probabile anche da Federdistribuzione: «È prevedibile uno sviluppo di un trend già in atto – afferma Alberto Miraglia – non poche insegne portano il vino italiano nei propri punti vendita internazionali, promuovendolo con manifestazioni specifiche o inserendolo regolarmente nell’assortimento. Altre favoriscono il prodotto nazionale sfruttando rapporti consociativi con catene distributive estere, incentivando rapporti diretti tra grande distribuzione straniera e cantine italiane, indicando cantine e prodotti interessanti da inserire nelle linee di vino di marca del distributore dell’insegna estera».
Di vino nella grande distribuzione nazionale ed estera si è parlato durante il convegno “Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero” organizzato da Vinitaly, moderatore Luigi Rubinelli, direttore di RetailWatch. altri gli interventi dei marchi più celebri: oltre a Giancarlo Gramatica e Alberto Miraglia, anche Lamberto Vallarino Gancia, presidente di Federvini; Domenico Zonin, presidente di Unione Italiana Vini; Alessandro Masetti, responsabile Reparto Bevande di Coop Italia, Giovanni Panzeri, Group Category Manager e responsabile Marca del Distributore di Conad, Dino Borri, responsabile Prodotto estero di Eataly. Per concludere, non sono mancate le curiosità: dal “vino selfie”, cioè prodotto su specifiche fornite da casa dall’appassionato, fino al vino biologico, che a Verona ha esordito con un padiglione dedicato.
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