Al “ Vinitaly” di Verona export e consumi interni
L’importanza della logistica della distribuzione rappresentata anche dalla Giorgio Gori – La corsa all’esportazione e il rilancio del mercato nazionale
VERONA – Agricoltura e cambiamenti meteo, fondamentali per il miglioramento della produzione specie nel settore vinicolo, saranno tra i temi centrali di Vinitaly il salone internazionale di riferimento del mondo del vino in programma a Verona dal 6 al 9 aprile.
Un modo, quello della produzione del vino italiano, che è ormai una delle voci più importanti nell’export del paese, tanto che alcuni dei più conosciuti network che operano nella catena logistica internazionale, come la Giorgio Gori, fanno parte dell’organizzazione della distribuzione in tutti i continenti.
[hidepost]Vinitaly dunque sarà un momento fondamentale per conoscere non solo lo stato dell’arte del settore, con tutte le sue diramazioni organizzative, logistiche e produttive, ma anche per conoscere le prospettive a breve e medio periodo sia per i consumi interni che per l’esportazione.
Con i consumi interni in calo, l’Italia del vino si salva soprattutto grazie all’export, ma le aziende hanno ben chiaro che il mercato italiano ricopre un ruolo chiave proprio quando l’obbiettivo sono i mercati internazionali, più reattivi se il mercato domestico garantisce quella visibilità che poi viene spesa sulle piazze internazionali.
E’ il caso di quelle cantine che, controcorrente e con l’export che resta il loro driver fondamentale, crescono con numeri confortanti anche nel mercato interno. E che con le loro case history, saranno tra le protagoniste di Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del mondo del vino, a Verona dal 6 al 9 aprile (www.vinitaly.com).
Un fenomeno quello della corsa all’esportazione che, tuttavia, a ben guardare, ha prodotto qualche frettolosa analisi, che ha indotto molte aziende a tirare i remi in barca nel mercato interno, lasciando qualche spazio libero alle cantine che, invece, hanno continuato a ritenere importante il ruolo delle vendite entro i confini nazionali. Una parziale conferma arriva anche dai dati sul consumo di vino in Italia. La spesa per il vino non è andata così male nel recente passato, almeno stando ai dati Istat sulla spesa dei consumi delle famiglie italiane.
In termini assoluti, dopo il calo del 2009, ci sono stati anni tutti leggermente positivi. Nel 2012 le famiglie italiane hanno speso 12 euro al mese per comprare vino, il 2,5% della spesa per alimentari di 468 euro e lo 0,48% della spesa totale mensile di 2.419 euro. Il vino resta la bevanda alcolica di riferimento. Da un punto di vista geografico, nel Nord si continua a spendere più che al Sud, ma le tendenze sono diverse. Nel Nord-Ovest la spesa sta calando di anno in anno ed è oggi uguale a quella del Nord-Est, poco meno di 14 euro per famiglia, dove invece c’è stata una crescita. Al centro si è stabilizzata al 10% circa sotto i livelli pre-crisi, mentre al Sud e nelle isole sembra essere incominciata una fase di crescita, passando da 8,8 euro nel 2009 a 9,56 nel 2012, cioè il livello pre-crisi del 2007.
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