Dalla Spedimar il gigantismo e le vere economie

Gloria Dari
LIVORNO – La prima a reagire alle tesi emerse nella presentazione del libro del professor Bologna e dal successivo dibattito – in particolare alla tesi che il containers non sia fondamentale per l’economia di un porto come quello labronico – è stata la Spedimar. Che ieri in un incontro con la stampa della presidente Gloria Dari ha voluto “difendere la merce”. E puntualizzare che se è giusto non fare sogni pindarici sulle 18 mila teu a Livorno e invece accelerare al massimo i lavori necessari ad accogliere le 6/8 mila teu già oggi catalogate come feeder, è anche necessario confrontare i pur importanti e rispettabili studi teorico-universitari con le indicazioni del mercato e chi vi opera quotidianamente.
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Torneremo sull’incontro con la Spedimar nel prossimo numero, dati i tempi stretti della nostra andata in tipografia. Ci preme sottolineare come gli spedizionieri livornesi stiano affrontando con estremo realismo – e con un senso del limite delle nostre strutture altrettanto realistico – il momento storico della trasformazione del porto e dei suoi traffici, consapevoli che il gigantismo navale non va ignorato, ma nemmeno trasformato in un Molok che deve cantare il De Profundis dei traffici contenitori la dove le navi più grandi non potranno mai arrivare. Il container – ha detto Gloria Dari in sostanza – è una realtà consolidata anche nei porti a medio pescaggio, perché rappresenta ormai il mezzo più diffuso di trasferire la merce, anche quella considerata di massa come i forestali. E rappresenta la vita per centinaia di piccole e medie imprese che operano nel suo indotto, a Livorno ma su tutto il territorio che si può identificare nei “distretti logistici” non disegnati a tavolino ma nati dall’impegno delle aziende stesse.
Da qui l’appello anche alle istituzioni di non lasciarsi coinvolgere all’eccesso dalle “dottrine” teoriche e di lavorare invece per ridurre i tempi burocratici, facilitare la crescita delle infrastrutture, migliorare i servizi tecnico-nautici, considerare le merci e coloro che operano nella loro filiera come un valore da tutelare. Con la consapevolezza che le economie di scala nei traffici marittimi non si ottengono solo con il gigantismo delle navi ma anche e specialmente con l’efficienza delle strutture e la riduzione dei tempi morti per le grandi scelte infrastrutturali.
Un’occasione, quella dell’incontro di ieri, anche per sottolineare l’estrema necessità di velocizzare l’iter del piano regolatore del porto; che ha passato nei giorni scorsi l’esame del consiglio regionale Toscano (ma con le limitazioni già da noi sottolineate di un assurdo limite sulle altezze dei capannoni) e che continua il suo faticoso iter tra esami a Roma, Livorno e di nuovo a Firenze in una faticosa e spesso superflua orgia di esami-doppioni…
A.F.
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