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Sovrattassa sulle merci per gli art. 17 respinto l’emendamento Filippi & C

Era stato presentato per l’art. 4 della Legge di Stabilità – I commenti del cluster marittimo e la posizione di Confetra – Le possibili soluzioni allo studio di Merlo e Burlando

ROMA – Ci hanno provato, dichiaratamente per risolvere il grosso problema della Compagnia portuale di Genova che se la passa male – come del resto altre – ma il tentativo è naufragato dopo la dura e in alcuni momenti furibonda reazione dell’intero cluster portuale.
[hidepost]Il tentativo è stato fatto con un emendamento alla Legge di Stabilità (più precisamente all’art. 4) firmato dai parlamentari del Pd Filippi, Caleo e Vattuone. Val la pena di riferirne il testo. Eccolo.
11-bis. All’articolo 17 della legge 28 gennaio 1994, n. 84 dopo il comma 15 è aggiunto il seguente: «15-bis. Qualora il soggetto autorizzato alla fornitura di lavoro temporaneo di cui al comma 2 e al comma 5 del presente articolo versi in stato di grave crisi economica, al fine di evitare il rischio di contraccolpi sull’operatività e l’efficienza del porto, l’Autorità portuale, previa delibera del Comitato Portuale, può imporre, per un periodo massimo di 5 anni e comunque per un periodo non eccedente quello necessario al riequilibrio del soggetto autorizzato alla fornitura di lavoro temporaneo, sovrattasse a carico delle merci imbarcate e sbarcate nel porto. Il getto di detta sovrattassa è attribuito al soggetto autorizzato alla fornitura di lavoro temporaneo per la copertura dei costi generali e di amministrazione, per il finanziamento delle esigenze di formazione dei prestatori di lavoro temporaneo, per misure di incentivazione al pensionamento di dipendenti o soci dell’impresa o agenzia. Per tutto il periodo di cui il soggetto autorizzato alla fornitura di lavoro temporaneo beneficia delle entrate conseguenti l’applicazione del presente comma, non può procedere ad alcuna assunzione di personale o all’aumento di soci lavoratori. E’ fatto comunque salva la previsione di cui al comma 6 del presente articolo».
Come abbiamo detto, già mercoledì scorso l’emendamento era stato respinto. Ma era stato comunque al centro del dibattito nell’ambito della portualità nazionale per gli effetti che per qualcuno sarebbero stati dirompenti: facendo tornare in sostanza il regime “protetto” delle Compagnie portuali, o almeno degli art. 17, ai tempi del monopolio.
Anche Confetra, intervenendo sul tema, si era detta contraria “all’applicazione di qualsiasi addizionale sulle merci”, in un periodo già pesantissimo per la logistica marittima e per i porti. Tanto più che a Genova sono in atto addizionali ulteriori, già pesantemente contestate. Confetra ha fatto notare anche che un intervento a favore degli art. 17 avrebbe potuto poi aprire la strada ad analoghe proposte per gli art. 16 e 18, nell’ambito della relativa autonomia impositiva delle Autorità portuali. Con un colpo al cerchio e uno alla botte Confetra – presieduta come noto da Nereo Marcucci che attualmente è anche consulente della Compagnia portuali di Livorno – si è detta peraltro consapevole delle pesanti difficoltà delle compagnie portuali in un quadro più generale di tutela del lavoro sulle banchine ed ha di fatto rimandato alle Autorità portuali la libertà di scelte impositive, sempre ricordando che la leva impositiva sulle tariffe è estremamente delicata da usare.
Più duri i commenti in ambito Confitarma, dove ogni imposizione tariffaria sulle merci è considerata una jattura per l’armamento ma anche per la portualità nazionale, già in sofferenza a fronte delle realtà portuali concorrenti nello stesso Mediterraneo. Tra l’altro ci si è preoccupati del fatto che la proposta di addizionali potesse essere accolta anche da altri porti: dove però la posizione degli art. 17 è diversa e molto più variegata e gli effetti sarebbero stati minori.
Respinto l’emendamento Filippi & C. rimane aperto il problema dei portuali di Genova, con il cerino (che sembra ormai una torcia) in mano al presidente dell’Autorità portuale Luigi Merlo, coadiuvato dal presidente della Regione Claudio Burlando (che per l’ok all’emendamento si sarebbe speso molto a Roma, senza successo). C’è chi ritiene che nei prossimi giorni – o nelle prossime ore – saranno tentate altre strade per ottenere lo stesso risultato dell’emendamento respinto. Una strada potrebbe essere la riforma della legge 84/94 ma i tempi di questa soluzione vengono considerati troppo lunghi per l’emergenza Genova. Che continua e che preoccupa.

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Pubblicato il
30 Novembre 2013

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