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Corrono di nuovo i rinfusi a Livorno ma non il trasferimento del TCO

Il problema principale sulla sponda Est della Darsena Toscana è l’insufficiente fondale – E intanto l’Intercontainers dei portuali diventa area di stoccaggio provvisorio

LIVORNO – Tornano a correre i traffici dei rinfusi nello scalo labronico, con il Terminal Calata Orlando che da una parte si sta strutturando per il già deciso trasferimento alla radice della sponda Est della Darsena Toscana e dall’altra cerca di fronteggiare le esigenze di ulteriori spazi con l’affitto delle aree dell’Intercontainers dalla Cilp.
Proprio le aree di Intercontainers (vedi foto) sono state celermente “ripulite” con i bob-cat del TCO da alcune decine di tonnellate di rifiuti che si erano accumulati nel tempo. Proprio in questi giorni il terminal ha cominciato a ricevere il materiale sbarcato alla calata Orlando e in attesa di essere istradato alle destinazioni finali.
[hidepost]Rimane ancora aperta, però, la tempistica per l’operazione di trasferimento del Terminal nella nuova area indicata dall’Autorità portuale alla radice della sponda est della Darsena Toscana. La notizia positiva – già sottolineata dallo stesso presidente dell’Authority Giuliano Gallanti – è che il TCO ha avuto dall’Authority stessa il lay-out dell’area interessata in Darsena Toscana. Il che consente ai tecnici di Federico Barbera di avviare la progettazione dei nuovi impianti, che ovviamente saranno diversi – ci corrono almeno un paio di generazioni di sviluppo tecnologico – e molto più estesi degli attuali della calata Orlando. Il problema più serio, ancora in attesa di soluzione, riguarda il fondale alla banchina: la ricostruzione della banchina stessa, per circa 300 metri di lunghezza, è in via di ultimazione (è prevista la consegna entro la fine dell’anno) ma il fondale attuale è del tutto insufficiente, a poco più di 6 metri, quando ne occorrerebbero il doppio. Il che richiederà un complesso dragaggio – trattandosi tra l’altro di sito con le note limitazioni dei SIN – che in termini realistici non potrà richiedere meno di un anno di tempo. L’ipotesi di poter trasferire il TCO entro la metà del 2014 a questo punto risulta assai poco realistica: tanto che gli stessi tecnici dell’Autorità portuale stanno spostando l’assicella alla seconda metà del 2015.
Il ritardo legato al dragaggio rischia di compromettere non solo i piani del TCO ma anche altre iniziative. Sulla stessa zona dovrà insistere anche l’ipotizzato impianto industriale per lo sbarco e la lavorazione dell’olio di palma della multinazionale indonesiana, che a sua volta ha bisogno di fondali per le grandi navi. E c’è infine, strettamente collegato, il piano della Porto 2000 di creare quel “polo crociere” che tra l’Alto Fondale e la calata Orlando è stato ipotizzato da tempo, e dovrebbe dare una risposta definitiva e convincente alle compagnie delle crociere che lamentano la mancanza di adeguate strutture a Livorno. E’ chiaro che fino a quando il TCO non potrà operare a ciglio banchina sulla sponda Est della Darsena Toscana non potrà lasciar libera la calata Orlando: e finché la suddetta calata non sarà consegnata alla Porto 2000 il polo delle crociere rimarrà monco.
Non si tratta di un piccolo problema perché entro poche settimane – forse già alla fine di questo mese – l’Autorità portuale bandirà la gara per l’“advisor” che dovrà valutare valore, prezzo di mercato ed eventuali percorsi di privatizzazione della Porto 2000: ed è chiaro che se la valutazione dovrà essere fatta sullo stato attuale delle cose non potrà che essere nettamente inferiore a quella che sarebbe se il “polo crociere” fosse già realizzato. Sulla Porto 2000 volteggiano da tempo anche gli avvoltoi che vorrebbero rilevarne almeno la maggioranza a costi nettamente inferiori ai suoi valori: si discute anche se la privatizzazione – richiesta dal ministero, pur senza ultimatum sui tempi – dovrà riguardare solo la gestione della Spa dei traghetti e crociere o anche la sua parte immobiliare, da tempo scorporata e affidata a un sempre silenzioso Asti. Insomma, motivi di dibattito ce ne sono parecchi: e l’avvicinarsi delle elezioni amministrative per Livorno non sembra aiutare a far chiarezza “la dove si puote ciò che si vuole”…
A.F.

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Pubblicato il
21 Settembre 2013

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