Idi di agosto per Porto 2000 e l’interporto?
LIVORNO – L’unica cosa certa è che ormai siamo in agosto: che è il mese in cui noi comuni mortali cerchiamo di riposarci al mare o ai monti e invece loro, quelli della Casta e delle varie castine, ne approfittano. Per far cosa? Per organizzare un nuovo ordine universale; insomma, per giocare sulla scacchiera del potere. Locale, nel nostro caso.
[hidepost]Non credo di rivelare niente di nuovo scrivendo che ci sono svariati personaggi, in quel di Livorno e più in generale della politica locale, in cerca di autore. O meglio: di collocarsi o ricollocarsi nella scacchiera. I tempi cominciano a stringere, il 2014 delle varie scadenze è dietro l’angolo. Pare che s’intreccino in questi giorni trame e tramette intorno a due centri di potere assai appetiti: la società Porto 2000, che gestisce i lucrosi (anche se in calo) traffici dei traghetti e delle navi da crociere: e l’interporto Vespucci di Guasticce, che sta disperatamente tentando di rilanciarsi con il non facile obiettivo di racimolare dai soci – vecchi ma anche eventualmente nuovi – 18 milioni di euro. Nessun collegamento tra i due? Piano, con la politica le strade non sono mai dritte come fusi.
Partiamo dalla Porto 2000. Di recente è uscito allo scoperto il sindacato Cisl con un’allarmata nota del Pardini, che ha parlato di depauperamento disastroso del valore della società per la continua perdita di navi già da quest’anno, ma che diventerà emorragia nel 2014. Cui prodest, l’uscita di Pardini? Qualcuno ha fantasticato che si stia preparando una polpetta avvelenata per Roberto Piccini: polpetta che si chiamerebbe, guardacaso, Gianfranco Lamberti, sostenuto da alcuni cavalieri rossi che per l’operazione avrebbero chiesto anche la benedizione di Firenze. Piccini com’è noto è al timone della Porto 2000 – che a sua volta sconta i ritardi nelle decisioni del piano regolatore del porto per il terminal crociere – anche per il sostegno che ha avuto e credo continui ad avere del sindaco Cosimi. Ma Cosimi è in scadenza, a sua volta forse aspirerebbe legittimamente a non tornarsene a fare il medico all’ospedale (anche se tornando al vecchio mestiere, visto che è un buono, masticherebbe meno veleni) e comunque oggi può puntellare poco l’ex cognato. Dicono che l’operazione Lamberti sia a un buon punto: anche se lui, l’ex sindaco, è troppo intelligente e sottile per scoprirsi prima del tempo. Se ne sarebbe parlato anche nel Pd – ammesso che ne esista uno – con un referente “fiorentino” come Marco Ruggeri. Fantapolitica, solo gossip?
Lamberti, come un altro personaggio di alta caratura che è tornato a Livorno con un incarico francamente non adeguato alle sue capacità – parlo ovviamente di Nereo Marcucci – tengono un profilo bassissimo, quasi inesistente. Ma non sarebbe male chiedersi, per esempio, se Nereo farebbe un pensierino o no al suo ritorno alla presidenza della Port Authority. Gallanti rimane in sella, ma anche per lui la scadenza non è lontanissima e un suo secondo mandato è improbabile, se non altro per questioni anagrafiche. Dicono che sia già pronto Provinciali, l’attuale segretario generale: ma le successioni scontate non sempre si realizzano. E Nereo, carattere ostico a parte, nel mondo del porto ha lasciato a suo tempo un ricordo di insuperata efficienza.
E l’interporto Vespucci? Federico Barbera è quello delle missioni impossibili o quasi, e in questo caso la sfida è da Guiness. Perché fino ad oggi le risposte che ha avuto battendo cassa alle istituzioni è stata un formale ok della Regione, con alcune condizioni che però lo rendono al momento platonico, un altro formale ok dell’Autorità portuale ma che vuole fare dell’interporto un retroporto – l’abbiamo già scritto: non facile – e alcuni “ni” delle Camere di Commercio che prima di sganciare altri soldi vogliono vedere il cammello, cioè un vero piano industriale di rilancio e non di sola copertura dei debiti. Tutto alla fine rimane in mano al Monte dei Paschi: che è il principale azionista (al 30% circa) ma anche il principale creditore del Vespucci (attraverso i tanti mutui) e non può permettersi di farlo saltare.
E chi ruota intorno al Monte senese? Fateci caso, ci sono personaggi che a Livorno ma anche a Firenze sembrerebbero una garanzia valida per Barbera, il quale al momento ha una poltrona troppo arroventata perché qualcuno aspiri a toglierla. I “montisti” del resto sia a Livorno che in toscana sono tanti (assessori ai bilanci, commissari, direttori di aziende pubbliche) e cercano di agguantarsi in modo che tutto cambi per rimanere come prima (non l’ho inventata io, è del “Gattopardo”). E siamo solo all’inizio di agosto, non ancora alle Idi…
Antonio Fulvi
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