Da Marghera smantellati gli assurdi SIN?
VENEZIA – Il ministro Clini ha ragione nell’essere soddisfatto per i provvedimenti presi dal suo dicastero per velocizzare la bonifica di Marghera: 17 progetti, fermi da 10 anni con i precedenti ministri Matteoli e Prestigiacomo, approvati finalmente in meno di 200 giorni.
[hidepost]Ma il vero successo del ministro, insieme al governatore del Veneto Luca Zaia, è quello di aver finalmente “smontato” gli effetti nefandi del SIN, la vera palla al piede di ogni operazione di recupero, bonifica e rilancio dei porti italiani. Come primo esempio, se non sbaglio, di “regionalizzazione” di un SIN, che sia Clini che Zaia hanno sottolineato essere la vera strada per disinnescare quel mostro giuridico-ambientale che tanti danni sta provocando in mezza Italia portuale.
Diciamolo pure sottovoce, ma diciamolo: il successo di Clini è quasi un miracolo di capacità diplomatica e tecnica, visto che il ministro si trova ad operare con un apparato ridotto al lumicino, uffici dove il personale è stato falcidiato, dove per le stesse pratiche di ordinaria amministrazione bisogna spesso ricorrere al rientro di pensionati di buona volontà. Una dimostrazione, quella di Clini, che quando c’è davvero la volontà di risolvere i problemi, i problemi si possono risolvere.
L’aver “disinnescato” il SIN di Marghera potrebbe tra l’altro avere anche conseguenze positive per i tanti altri SIN che inchiodano i porti italiani. Da mesi si parla a Firenze, per esempio, di “regionalizzazione” dei SIN dei porti toscani. Certo la Toscana non è il Veneto: e le attuali priorità del governatore Enrico Rossi sembrano tutte puntate sul trasferimento a Piombino del relitto della Costa Concordia: il che è un buon progetto, ma non dovrebbe far dimenticare che i SIN di Livorno e Piombino hanno strangolato per anni ogni sviluppo portuale.
Nella vicenda di Marghera ci sia consentito rilevare anche un significativo inciso. Viene dal sindaco Giorgio Orsoni e dallo stesso governatore del Veneto Luca Zaia: “Basta fantasticare di cose impossibili, la città ha bisogno di lavoro, imprenditoria e sviluppo. Ci sono progetti concreti da 3 miliardi, che non comprendono voli fantasiosi come la torre di Cardin né la piattaforma offshore di Costa”. Come a dire: concretezza per favore, altrimenti si sbarella di nuovo.
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