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Annullata l’imposta demaniale chiesta dalle Marche ad Ancona

A favore del porto l’iniziativa dello stesso presidente della Regione – Il problema rimane aperto invece per la Toscana, dove solo Piombino si è “defilato”

Luciano Canepa

ANCONA – La Regione Marche ha accolto la sollevazione – accompagnata da pressanti appelli sia del mondo delle imprese che da quello sindacale – contro la sovrattassa demaniale sulle concessioni. E con provvedimento dello stesso presidente Gian Marco Spacca ha annullato le richieste, restituendo al porto di Ancona in particolare la speranza di poter competere ad armi pari con gli altri scali dell’Adriatico.
Da rilevare che la sovrattassa regionale era stata istituita da sole due Regioni, Marche e Toscana, rifacendosi a una contestata norma del 1971, ferocemente contestata non solo dagli operatori colpiti, ma anche dalle stesse circolari ministeriali che ne annullavano la legittimità. Tra l’altro da diverse commissioni tributarie della Toscana, ovviamente subissate da ricorsi, sono arrivati verdetti addirittura contraddittori: alcuni hanno accolto i ricorsi delle imprese, altri hanno imposto di pagare il richiesto, interessi compresi, altre ancora hanno annullato gli interessi ma confermato le imposte.
[hidepost]Insomma, un caos. E nemmeno hanno avuto esito ad oggi – è stato scritto di recente – gli appelli rivolti al presidente della Regione Toscana Rossi, che peraltro si è più volte detto disposto a dare una mano ai porti per aumentarne la competitività.
Quello che ad oggi non ha fatto Rossi l’ha invece ottenuto dal presidente della Regione Marche l’avvocato Luciano Canepa, noto marittimista livornese presidente della Port Authority di Ancona. Al termine di una lunga serie di appelli rivolti al presidente delle Marche dalla stessa Port Authority di Canepa, con l’appoggio sia dei sindacati dei lavoratori e dalle associazioni delle imprese sul porto, la Regione ha deciso di annullare l’imposizione della tassa, che era stata messa a bilancio per circa 300 mila euro l’anno. E’ stata accolta la tesi che la sovrattassa avrebbe tra l’altro creato un effetto distorsivo della concorrenza tra i porti mettendo in ulteriori difficoltà Ancona.
Esattamente quello che si è scritto nei vari appelli alla Regione Toscana, che peraltro al momento non hanno avuto esito. Da sottolineare che la sovrattassa regionale ha avuto un andamento diverso anche tra Livorno e Piombino: mentre l’Autorità portuale livornese ha inizialmente ceduto alla richiesta della Regione di fornirle l’elenco di tutti i concessionari – ai quali è stata poi inviata l’ingiunzione, scatenando una serie di ricorsi alle commissioni tributarie – quella di Piombino si è rifiutata di dare gli elenchi, salvando di fatto i concessionari del suo porto dall’imposizione, malgrado le rinnovate minacce della Regione Toscana. Sulla quale il problema continua ad essere aperto.

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Pubblicato il
28 Novembre 2012

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