L’autunno nero dello shipping
LA SPEZIA – Nonostante la buona performance ottenuta nel traffico di container nei primi sette mesi dell’anno dal porto di Genova, +14,2%, i porti di La Spezia, Livorno e Savona appaiono in sofferenza. Il primo ha segnato nel semestre un calo del 7,6%, il secondo -17%, mentre Savona un decremento ancor maggiore dovuto allo spostamento di Hamburg Sud su Genova, fatto che, guardando alla globalità dei traffici nei tre scali liguri in esame, ridimensiona verso il basso l’incremento del porto del capoluogo.
[hidepost]Per quanto concerne il porto della Spezia, Lsct concentra le perdite del porto (-10,45% con 485.745 teu nel primo semestre), mentre Terminal del Golfo (gruppo Tarros) e Speter sono cresciuti rispettivamente del 7,5% e del 7%, ma incidono meno in valore assoluto sul totale del traffico.
Alla base della mancata crescita sta la crisi mondiale che vede in particolare la Cina, principale produttore ed esportatore sulla linea Far-East-Europa, con una crescita del Pil, non più a due cifre, attestatosi nel primo semestre dell’anno al +7,6%.
Nel mese di agosto, gli scali cinesi hanno registrato, in conseguenza del rallentamento complessivo dell’economia nel Paese, una generalizzata diminuzione dei traffici.
Shanghai, attualmente il primo porto al mondo, ha segnato nel traffico containerizzato una diminuzione, su base annua, del 7% ed una flessione complessiva dei traffici del 15%.
E’ questo il periodo in cui annualmente, dall’Europa si anticipano gli ordinativi di prodotti e generi di consumo, per accantonare e distribuire le merci ai rivenditori, in previsione dell’aumento di richiesta prevista per le festività natalizie, ma come avvenuto nell’anno precedente, anche quest’anno, già si prevedono consumi ancor più contenuti, con conseguenti minori ordinativi e volumi di traffico.
Minori volumi di traffico a fronte di un perdurare di eccesso di offerta di stiva: troppe navi viaggiano non completamente piene in una lotta senza esclusione di colpi, che vede tariffe di trasporto sottocosto e noli in discesa, questi ultimi, ai primi di settembre, sono ulteriormente calati del 5%.
Il numero delle navi dismesse è salito ad agosto 2012 a 260 (con 546.000 teu di capacità), rimpiazzate, negli ultimi dodici mesi da nuove unità capaci di 844.000 teu con un aumento della flotta mondiale delle portacontainer del 6,5% e presto verranno consegnate le unità di ultima generazione, le TRIPLE-E, con i loro 18.000 container di portata, che volendo giocare in termini di economia di scala aumenteranno ancora l’eccesso di offerta di stiva, con l’aggravante che non tutti i porti, compreso quello della Spezia, hanno fondali e gru atti a riceverle a pieno carico.
In generale, tutte le principali società di navigazione hanno bilanci in sofferenza, nel settore delle rinfuse e non solo in quello, il nolo alle volte non remunera il viaggio compiuto, ma almeno la nave viaggia ed è sul mercato, raggiunge un altro porto ove si spera in meglio, ma quanto si potrà resistere?
Insomma l’economia marittima mondiale sta navigando di conserva ed anche un po’ a vista, traendo consiglio dagli aleatori eventi, uno di questi per il nostro Paese, minato dalla stagflazione, nello scenario al breve, (entro giugno 2013), consisterà anche nel vedere e valutare programmi, tempistiche e strategie del nuovo Governo.
Franco Magazzù
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