Per la Cilp due managers al comando
LIVORNO – L’avevano promesso all’assemblea: dopo la cura dimagrante nel consiglio direttivo – tre compreso il presidente al posto di sei – e dopo i tagli alle retribuzioni, ecco arrivata la rivoluzione manageriale nella Cilp, la compagnia-impresa dei portuali in profondo rosso.
[hidepost]Si scinde il ruolo di rappresentanza della cooperativa – con Raugei, Dalli e Franchini – e arrivano i manager, che gestiranno in termini di mercato l’impresa.
La Compagnia ha mirato in alto: un amministratore delegato con deleghe totali, Gerardo Larotonda, e un direttore commerciale e del marketing anch’egli con ampia delega, Antonio Rognoni. Sono già in carica da due giorni ed entrambi hanno contratti a scadenza che verranno valutati sulla base dei risultati.
I due personaggi sono entrambi conosciuti nel mondo della portualità e dello shipping. In particolare Rognoni, che ha una lunga esperienza nel commerciale sia a livello nazionale – in terminals sia sul Tirreno che sull’Adriatico – sia a livello internazionale, avendo tra l’altro operato nel network di Zim. Dicono che sia un esperto anche e specialmente nel campo dei traffici dell’ortofrutta, sui quali la Cilp ha puntato con l’impresa – ad oggi molto pesante – del terminal sulla Leonardo Da Vinci.
Per quanto riguarda Larotonda, si tratta di un noto esperto di infrastrutture, logistica e trasporti, con vent’anni di esperienza in una società nazionale di trasportistica e altri dieci di direzione generale dell’interporto di Torino fino allo scorso ottobre. Ha lavorato anche per Trenitalia FS Logistica nelle infrastrutture intermodali ed ha diretto la realizzazione di grandi insediamenti sempre nel campo dei trasporti per 250 milioni di euro.
L’annuncio ufficiale del nuovo organigramma potrebbe essere oggi stesso, o forse più probabilmente domani. Il presidente Raugei, che è assente fino ad oggi, intende a quanto pare spiegare i dettagli della scelta, fornire i curricula dei due nuovi manager, rilanciare la sfida per la sopravvivenza. Una sfida che passa anche attraverso il processo di dismissione di altri “assets” oltre la maggioranza già ceduta del TDT (il Terminal Darsena Toscana) e il chiarimento definitivo sull’ambigua posizione delle concessioni sulla banchina ad alto fondale, dopo l’accordo solo parzialmente attuato con la “Porto 2000” per gli ormeggi alle crociere.
E anche sulla “Porto 2000” si preparano momenti di scelta. Nei giorni scorsi è ripartita la polemica sulla mancata privatizzazione, con l’assalto del segretario di Rifondazione Cosimi che ha sollecitato scelte in questo senso e l’immediata contro-replica dei dipendenti della società, con una nota firmata da Bicchierini, in cui si contestano le cifre fornite dal Cosimi e si chiede – invece di privatizzare – di allargare la compagine societaria (oggi costituita da Autorità portuale e Camera di Commercio) anche ad altre realtà legate al mondo delle crociere, come l’aeroporto Galilei di Pisa ed eventualmente le società delle crociere, mantenendo però il controllo pubblico.
A.F.
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