Risolto il rebus del metanolo nella nautica: arriva la direttiva
Confindustria di settore: l'Agenzia Dogane fa chiarezza e disciplina l'impiego
GENOVA. L’energia elettrica prodotta dal metanolo non di origine sintetica (codice Nc 2905 11 00), “attualmente utilizzato in via sperimentale per attivare i servizi di bordo”, potrà essere “successivamente usato anche per azionare la propulsione”. La Confindustria Nautica sottolinea che la firma del direttore centrale accise dell’Agenzia Dogane e Monopoli, Luigi Liberatore, finalmente fa chiarezza grazie alla direttiva agli uffici con cui si disciplina l’impiego di metanolo sulle unità da diporto,. Una direttiva – viene ribadito – che è stata emanata “sulla base delle proposte avanzate da Confindustria Nautica”.
Il regime impositivo – si afferma – fa riferimento al combinato disposto dei commi 1, lett. d), e 3 dell’art. 21 del D.Lgs. n. 504/1995 ed è comunque assoggettato ad accisa. La nota confindustriale segnala che l’assoggettamento è da ritenersi “anche nel caso di impiego per la sola produzione di energia di bordo”, poiché “l’utilizzo della sostanza avviene con il concomitante impiego di gasolio, cui il metanolo si va ad affiancare nelle stesse destinazioni d’uso”.
Tale orientamento – viene fatto rilevare – “semplifica gli oneri” in capo all’utilizzatore privato (“altrimenti avrebbe dovuto essere sottoposto a misure di tracciamento”) ed “evita prescrizioni” per l’unità da diporto
(“avrebbero dovuto incidere sulle stesse caratteristiche tecniche della nave e sarebbero state di difficile attuazione per i mezzi già naviganti, sia pure a titolo sperimentale”).
Il metanolo può essere reperito da un deposito fiscale. viene sottolinato. La procedura è quella consolidata dell’emissione del Documento di accompagnamento semplificato (DAS), sul quale saranno indicati i dati dell’unità, mentre il comandante della nave è tenuto ad “annotare i quantitativi acquistati nel libro delle provviste di bordo”.
Per quanto attiene i “commercial yacht” la Direzione – viene indicato – specifica che “i termini di appuramento sono limitati al tempo necessario” per effettuare le operazioni commerciali e che “la nave può rimanere nelle acque nazionali in regime di ammissione temporanea anche quando deve svolgere attività di manutenzione e riparazione ordinaria sulla base dei contratti stipulati, a condizione che le attività vengano svolte all’interno dei cantieri o in rada”.

Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica
“L’industria nautica italiana è la prima esportatrice al mondo e lo deve essere anche nel dettare le politiche green per il settore”, dice il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi. Lo ripete ringraziando i direttori generali Liberatore e Oliviero e sottolineando che occorre che “le norme e le procedure si adeguino prontamente per non perdere il nostro vantaggio competitivo” .