Assoporti adesso va al confronto con tanti (troppi?) vicepresidenti
Completato l’organigramma, l’impegno è di lavorare anche in agosto nei confronti del governo – Nel toto/nomine le considerazioni sui genovesi – L’incognita dei “sistemi”
ROMA – Tutti generali o quasi nel nuovo organigramma di Assoporti. Il consiglio direttivo ha affiancato al presidente Luigi Merlo ed al vicepresidente vicario Pasqualino Monti – che gli succederà in una singolare “staffetta” annuale – ben altri cinque vicepresidenti”. Sono Aldo Garozzo (Augusta), Luciano Guerrieri (Piombino), Franco Mariani (Bari), Piergiorgio Massidda (Cagliari) e Marina Monassi (Trieste).
[hidepost]Nella scelta – dice il comunicato ufficiale – compiuta con un voto unanime che sancisce il ricompattamento dell’Associazione, si è tenuta in considerazione la necessità di garantire ad Assoporti la massima rappresentanza territoriale senza dimenticare le differenti tipologie dei porti che ne fanno parte”.
Il direttivo ha inoltre deciso di proseguire anche durante il mese di agosto nel confronto con le istituzioni sul nuovo inquadramento normativo e sulla riforma del settore. Nella speranza – bisogna aggiungere – che d’agosto ci sia davvero qualcuno al governo che continui a lavorare. Sarebbe davvero la prima volta.
Sulle nuove vice-presidenze poco da dire: è stato confermato quella specie di manuale Cencelli che attribuisce i posti a seconda delle “correnti” per ricompattare un’associazione che doveva essere rivoluzionata ma non sembra in effetti lo sia stata. Sono stati reimbarcati presidenti di indubbio spessore come Luciano Guerrieri (Piombino) che ha svolto anche in passato l’importante compito di seguire le problematiche dei dragaggi, ma anche altri come Franco Mariani (Bari) sul quale sono piovute a più riprese richieste di commissariamento (dopo quello abortito che avvenne per iniziativa del ministro Matteoli). Interessante che tra i tanti candidati alla presidenza di Assoporti che prima dell’accordo venivano proposti dai “secessionisti”, ben due – Marina Monassi e Piergiorgio Massidda – siano entrati nella schieda dei vicepresidenti.
Scomparso invece il nome del genovese presidente dell’Authority di Livorno Giuliano Gallanti, che pure inizialmente era stato dato come papabile presidente di Assoporti al di sopra delle parti e di forte prestigio internazionale. Dopo la scelta di Luigi Merlo, due genovesi nelle alte sfere di Asssoporti forse sarebbero stati troppo?
Adesso la ricompattata Assoporti – ma lo sarà davvero, visto che ci sono ancora incompatibilità evidenti come prima? – arriva alla prova dei fatti: in particolare nei rapporti con il governo Monti, che fino a ieri non aveva modificato il sostanziale “non cale” del governo Berlusconi verso l’associazione. Il periodo è delicato, perchè come ha recentemente sottolineato il direttore di Confitarma Fiore, da qui ad autunno dovranno essere prese decisioni fondamentali per la portualità italiana e per lo shipping. Compresa quella – se ne parla da varie fonti, anche se ufficialmente nessuno si espone di una riduzione delle Autorità portuali e di un varo di veri e propri “sistemi portuali” sostitutivi.
A.F.
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