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I SOCI E I GUAI

Una iniezione di fiducia (e anche di capitali)

«Ci abbiamo creduto, così la società è uscita dalla temoesta»

GUASTICCE (Livorno). Il “villaggio per camionisti” all’interno dell’interporto di Guasticce (Livorno) non costerà quanto la Darsena Europa ma è stato comunque necessario un investimento da quasi cinque milioni di euro. Ora l’inaugurazione dice che è il momento dei sorrisi, ma anche nella cerimonia di un 14 aprile più piovoso d’un lunedì scozzese salta fuori che: no, non è stata una strada in discesa. Ma proprio per niente: basti pensare al periodo in cui i lavori erano stati sospesi nel caos degli aumenti boom dei prezzi.

Risale al 2020 l’idea di creare una struttura di questo tipo (qui i link ad articoli della Gazzetta Marittima pubblicati nel giugno 2022   e nel novembre 2023 riguardo a intoppi nella costruzione del “Truck Village”): sui guai nel rispetto dei tempi ha messo lo zampino il Covid, sulla difficoltà di far quadrare i conti è piombato il rincaro record che ha mandato in tilt tanti appalti alla ripresa delle attività dopo l’emergenza pandemia. Il campanello d’allarme ha suonato talmente forte da lasciar immaginare che non fosse in dubbio semplicemente l’appalto della nuova area di sosta sicura per i camionisti ma addirittura la capacità stessa dell’interporto di reggersi sulle proprie gambe.


Da sinistra: Raffaello Cioni (amministratore delegato della società interportuale), Riccardo Traversa (manager del “Vespucci Truck Village”), Loredana Di Martino (assistente generale di Interporto), Monica Bellandi (presidente di Interporto), Sara Paoli (sindaca di Collesalvetti), Luciano Guerrieri (prima presidente e ora commissario dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Tirreno Settentrionale)

La torta per festeggiare il via ufficiale al “Vespucci Truck Village”

L’ha detto Luciano Guerrieri, presidente uscente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (e ora commissario straordinario), scegliendo il basso profilo ma senza girarci troppo intorno: «Noi soci ce l’abbiamo messa tutta perché l’interporto potesse uscire da una situazione complicata, e uscirne definitivamente». Un eufemismo, per dire che se gli azionisti, a cominciare proprio da Authority e Regione, non avessero messo mano al portafoglio (e alla fiducia) per pompare risorse dentro le casse dell’interporto, forse adesso racconteremmo una storia di lacrime di rimpianto anziché di sospiri di sollievo.

L’ha ripetuto anche il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, inizialmente dato per ospite d’onore e poi costretto al forfait per un doppio impegno fra Garfagnana e Roma, e tuttavia presente via smartphone: «La Regione ha creduto in questa infrastruttura nel segno della modernizzazione  e nell’interporto che l’ha realizzata: di fronte alle difficoltà finanziarie, abbiamo risposto con un aumento di capitale e esprimendo fiducia nel nuovo consiglio guidato da Monica Bellandi».

Ma, per una volta che è andata bene, non siamo qui a raccontare quel che (fortunatamente) non è stato. E allora non è affatto fuori luogo dedicarsi ai ringraziamenti: «Indirizzandoli in primo luogo ai tecnici e alle maestranze che questa nuova infrastruttura l’hanno costruita», dice la sindaca colligiana Sara Paoli. Le farà eco l’amministratore delegato dell’interporto, Raffaello Cioni, con una lista di collaboratori (da dirigenti come Claudio Bertini e Riccardo Gioli al giovane manager che sarà il punto di riferimento del “village”, Riccardo Traversa e al braccio destro Loredana Di Martino, passando per Antonio Campanella, Gianfranco D’Angelis, Emanuela Carlini e Nicola Salvini).

Il “village” non è un fiore all’occhiello e poi stop. Sta dentro l’ammodernamento infrastrutturale di un’intera area costiera: il presidente della Regione Eugenio Giani, ad esempio, rammenta lo “scavalco” che bypassando la linea ferroviaria tirrenica consentirà ai treni di viaggiare sulla direttissima fra porto e interporto senza intoppi («costa 27 milioni, noi ne mettiamo 20: questo vorrà pur dire qualcosa, no?»).

Il “Vespucci Truck Village” visto dall’alto

Il numero uno dell’Authority, Luciano Guerrieri, invece insiste sulla Darsena Europa: «Conto sul fatto che i lavori a mare possano partire a fine mese». Praticamente il bis di quel che ha sottolineato il giorno precedente in una intervista al “Tirreno”. Ma anche una sottolineatura che dice una volta di più come la nuova infrastruttura non sia semplicemente un terminal contenitori in più bensì qualcosa di più complesso: la prima vera espansione a mare del porto di Livorno, indispensabile per dare risposta alla fame di spazi e consentire la riallocazione di una sfilza di tipologie di merce. Non solo: fondali più profondi significa anche la possibilità di aprire le porte ai traffici con l’Estremo Oriente. E questo – aggiunge – è tanto più necessario adesso: Guerrieri non fa nomi e nemmeno polemiche, ma è chiaro che un porto storicamente legatissimo agli Stati Uniti rischia di soffrire l’altalena degli umori di Trump, dunque c’è bisogno di andare in cerca di nuovi mercati ma, perdonate la scorciatoia del ragionamento, è possibile farlo con nuovi fondali.

L’interporto – questo invece l’argomentare di Sandra Scarpellini, presidente della Provincia – è una rete di realtà: «È la riprova che è un peccato che un ente intermedio come la Provincia sia stata sfibrata fino a questo punto: invece proprio la sua visione sarebbe indispensabile» (anche per «accompagnare lo sviluppo di tutto ciò che è connessione»).

Pubblicato il
15 Aprile 2025
di M.Z.

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