Gioia Tauro, la sindaca in guerra contro l’ammiraglio
Il Comune e l’Authority sono ai ferri corti, anzi cortissimi
GIOIA TAURO. Non accenna a placarsi la guerra scoppiata a Gioia Tauro, uno dei porti-chiave nella direttrice mediterranea: una guerra fra la sindaca e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale. Da un lato: lei, Simona Scarcella, gioiese, prima donna a guidare la città calabrese, dopo che all’inizio della scorsa estate alla testa di una lista di centrodestra ha vinto al ballottaggio le elezioni con il 54% dei voti. Dall’altro: lui, Andrea Agostinelli, livornese, ufficiale di Marina con i gradi di ammiraglio che ha salito i gradini della sua carriera nelle Capitanerie (Portoferraio, Rimini, Salerno) fino alla responsabilità di direttore marittimo della Calabria, prima di esser chiamato nel 2015 a occuparsi del porto di Gioia Tauro (ma come presidente effettivo solo dal 2021, dopo la lunghissima fase commissariale di sei anni nelle mani dello stesso Agostinelli).
Dovunque i duelli fra il “sindaco della città” e il “sindaco del porto”, da che la legge 84/94 è entrata in vigore, forse non saranno un quotidiano rumore di fondo ma certo sono frequenti: in trent’anni ogni città portuale ne ha conosciuto qualche round sul ring. Ma qui c’è qualcosa di più: prima di mettersi la fascia tricolore, la sindaca lavorava alle dipendenze dell’Authority come responsabile dell’ufficio legale (ora è in aspettativa per via dell’incarico istituzionale) e l’ufficio disciplinare del suo ente l’ha messa nel mirino di provvedimenti disciplinari.

Una veduta del porto di Gioia Tauro
Ci vuol poco a capire che lo scontro si è fatto violentissimo. Il penultimo atto di questa vicenda è la delibera con cui la giunta municipale, nell’ultima riunione guidata dal vicesindaco Antonino Parrello, ha votato all’unanimità la delibera n. 54 (“tutela libertà istituzionale del Comune di Gioia Tauro”). Senza girarci troppo intorno, il Comune chiede al ministero delle infrastrutture la testa dell’ammiraglio-presidente che è al timone del porto: via da Gioia Tauro e «immediato commissariamento» dell’istituzione portuale più «la sospensione dei componenti dell’Ufficio procedimenti disciplinari» (dell’Authority). Il documento usa parole durissime: dice che la sindaca ha semplicemente manifestato «la propria libertà di espressione politica e istituzionale nell’esercizio massimo delle sue funzioni, ossia in seno all’assise consiliare», contesta la contestazione perché non riguarda il lavoro nell’ente bensì «l’esercizio legittimo della carica istituzionale del sindaco» e dunque è «un gravissimo attentato alla Costituzione» ed è sia un «attentato alla libertà delle istituzioni» sia una sberla all’ «intera comunità vilipesa e oltraggiata».
“Penultimo”, appunto. Arriva ora la controreplica da parte dell’Autorità di Sistema Portuale e, in una nota a firma del segretario generale, si annuncia di volersi rivolgere alla magistratura: «Nel prendere atto del comunicato stampa dell’avv. Sciarrone, legale del sindaco Scarcella, si ritiene che qualsiasi valutazione vada fatta nelle sedi opportune, in primis alla Procura della Repubblica di Palmi, cui si chiederà, per il tramite del legale dell’ente, un incontro immediato per far luce definitivamente su tali vicende penose che discreditano pretestuosamente il correttissimo operato dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, e che sono già perfettamente a conoscenza del ministero delle infrastrutture e dei trasporti».