Elettricità dalle banchine alle navi: il dubbio dà la scossa
Potremmo intitolarla: ironie e cold ironing. Calma, non c’è nesso lessicale: il titolino è solo per richiamare ai tanti (troppi?) temi ancora in definizione sul cold ironing – l’elettricità fornita alle navi dalle banchine – imposto da Bruxelles ai porti. Faccio riferimento al bell’intervento, pubblicato su questo nostro sito, dell’avvocato amico Brandimarte sul tema. E richiamo anche, nel mio piccolo, quanto scrivevo a fine anno scorso sui tanti problemi aperti dal cold ironing (venendo pesantemente schiaffeggiato, sui miei dubbi, da un dirigente locale di Terna).
Brandimarte, che certo ne sa molto più di me come esperto di Assarmatori, ricorda che le Autorità di Sistema Portuale si sono buttate a pesce nella costruzione dei punti cold ironing, essendoci soldi facili dal Pnrr, ma non essendoci ancora gli standard tecnici (tavoli in corso). È aperto anche il discorso costi: non è definita né la tariffa dell’energia, né il costo del servizio (fornitura dell’attacco, etc). In sostanza, bisogna che il costo per la nave sia sostenibile e anzi conveniente, altrimenti i cold ironing fanno la fine di quello installato anni fa a Livorno: da rottamare. Brandimarte conclude: su servizio, costi e responsabilità, c’è ancora molto da definire, compreso il coordinamento tra istituzioni. Non si sta vendendo la pelle dell’orso prima di averla nel sacco?
A.F.