Le tasse massacrano i porti
I terminalisti livornesi minacciano di chiudere lo scalo – E le categorie scrivono a Firenze
ROMA – Il porto di Genova è in rivolta contro l’Imu; quello di Livorno minaccia di bloccare tutte le attività per la sciagurata tassa regionale sulle concessioni demaniali; a Piombino dove una gestione illuminata della Port Authority per la stessa tassa la Regione minaccia fulmini e denunce penali e civili i funzionari di Luciano Guerrieri che si sono rifiutati di inviarle gli elenchi dei concessionari.
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Insomma, in questa che dovrebbe essere la patria del diritto, nessun sa bene quali siano i reali diritti e doveri delle istituzioni: che nell’ignavia dei più, sparano a zero su tutto e tutti pur di far cassa. In aggiunta, anche su Livorno aleggia lo spettro dell’Imu sui piazzali portuali, considerato dai terminalisti illegittimo.
Sulla tassa regionale che investe i terminal portuali la Regione Toscana sta davvero mettendo in crisi i suoi porti. E le commissioni tributarie locali, alle quali hanno presentato i ricorsi i concessionari, hanno dato ragione agli uffici di Firenze malgrado a Roma ben due ministeri competenti – le Infrastrutture e le Finanze – abbiano diramato circolari in cui affermano che la tassa nei porti non è dovuta trattandosi solo di un’imposta per il demanio marittimo. Niente: la Regione ha risposto che se così fosse, il governo dovrebbe chiarirlo con una legge, in quanto la suddetta tassa fu stabilita (sia pure con vaghezza di delimitazioni) con legge. In attesa, la Regione pretende la tassa compresi gli arretrati dal 2006: che per alcuni dei terminal livornesi vogliono dire 500 mila euro di esborso in uno dei momenti più difficili dei traffici.
Siamo dunque in un momento di estrema difficoltà anche e specialmente sul piano fiscale per i porti. Tanto che Assimprese ed Assoterminal in Toscana hanno deciso di inviare una formale richiesta di incontro al presidente della Regione per chiarire una volta per tutte la vicenda. “Al momento su una cosa tanto grave e distruttiva per il nostro lavoro – ha detto un portavoce delle associazioni – i vertici politici della Regione hanno lasciato gestire il tutto dai funzionari malgrado i nostri ripetuti appelli”.
Il tutto, con una minaccia che sta crescendo, di reazioni esasperate. “C’è chi ha proposto di bloccare il porto – continua il portavoce dei terminalisti – con le conseguenze immaginabili per l’economia non solo dello scalo ma dell’intera Regione”.
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