Parchi divertimento, investimenti record
350 milioni di fatturato, indotto da due miliardi

Luciano Pareschi
ROMA. I ponti di primavera segnano il via alla nuova stagione dei parchi divertimento: questo stavolta vale doppio, se pensiamo – come si afferma in una nota dell’Associazione Parchi Permanenti, l’organizzazione di categoria – alle «importanti novità annunciate quest’anno dalla maggior parte degli operatori». Viene sottolineato che «tra nuove attrazioni, aree a tema e ampliamenti, il settore si conferma in forte espansione». A dirlo è soprattutto una cifra: «investimenti record pari a 220 milioni di euro per la sola stagione 2025», 40 milioni dei quali sono «dedicati all’efficientamento energetico, attraverso l’ampliamento dei parchi fotovoltaici e la realizzazione di nuovi impianti per ottimizzare il consumo di risorse idriche».
A dar retta ai dati Siae del 2023, il settore – si ribadisce – ha generato «350 milioni di euro di fatturato e 20 milioni di presenze» con la capacità di creare «un indotto del valore di 2 miliardi di euro» e qualificandosi perciò come «motore di sviluppo economico e occupazionale»: anche perché «ogni anno impiega direttamente 30mila addetti, tra dipendenti fissi e stagionali, a cui si sommano i lavoratori dell’indotto, per un totale di circa 60mila persone» (e una tendenza a cercare nuove competenze professionali specializzate fra «esperti di sicurezza e sostenibilità, ingegneri, architetti, progettisti, e creativi, il cui ruolo diventa cruciale nella creazione di esperienze immersive, spettacoli e nell’adozione di soluzioni tecnologiche avanzate»).
Tutto rose e fiori? Fino a un certo punto: si registra un «forte incremento dei costi energetici» e questo – si sottolinea – «rischia di mettere sotto pressione la sostenibilità degli operatori, nonostante gli ingenti sforzi in chiave di efficienza». L’Associazione Parchi Permanenti Italiani, che rappresenta il comparto in Confindustria, ha chiesto un contributo sia al ministero del turismo sia al ministero delle imprese e del Made in Italy. Obiettivo: ridurre «l’impatto negativo dei costi dell’energia sui margini, sulla scia di quanto già avvenuto nel comparto delle piscine, tutelando così il positivo andamento della stagione».
A parte queste criticità, l’AssoParchi annota che il settore «continua a dimostrare una straordinaria capacità di crescita e resilienza, allineandosi sempre di più alla traiettoria tracciata dai mercati più maturi, come Stati Uniti, Giappone e, in Europa, Francia e Germania». Anche qui, le cifre: investimenti in aumento del 47% rispetto al 2024 («in linea con questo trend le aspettative superano le previsioni del piano strategico 24/26, proiettando il settore verso il traguardo dei 500 milioni di euro di investimenti entro il 2027»)
Per Luciano Pareschi, presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani, il comparto sta vivendo «una fase di grande slancio, con investimenti che superano le previsioni e un forte impegno nella diversificazione dell’offerta e nella sostenibilità». A trainare il mercato sono «i grandi operatori», che diventano «vere e proprie destinazioni turistiche», ma – rileva – anche nelle realtà più piccole emerge «una significativa propensione al rinnovamento».
Nei parchi a tema, come Gardaland, Mirabilandia e Leolandia, – viene messo in evidenza – gli interventi principali comprendono «ampliamenti, aperture di aree tematiche e nuove attrazioni pronte ad offrire esperienze inedite, sempre più immersive e totalizzanti»: ideali cioè «anche per i turisti stranieri che, sempre più frequentemente, visitano i parchi durante i loro viaggi in Italia».
Quanto ai parchi acquatici, come Caribe Bay e Caneva World Resort, «l’aggiunta di attrazioni si affianca agli ampliamenti e alle operazioni di tematizzazione, volte a trasformare scivoli e piscine in ambienti immersivi, spesso ispirati ai paradisi tropicali». Lo scopo è unire al divertimento la dimensione «del relax e del benessere».
Relatuvamente ai parchi faunistici, come il Bio Parco Zoom Torino e l’Acquario di Genova, emergono «importanti operazioni di acquisizione»: sono tese – si afferma – a «ottimizzare le risorse e diversificare l’offerta con format sempre più immersivi e didattici», in tandem con «ambiziosi progetti di conservazione della biodiversità e di protezione delle specie a rischio».