Gioia Tauro, il mistero buffo dell’ammiraglio contestato eppure il porto ora vola
Sembra paradossale: ma al momento in cui il porto di Gioia Tauro, un tempo palude per il pascolo delle vacche, ha battuto tuti i record di traffici con quasi 4 milioni di teu, è diventato il “core business” in Italia del gigante Msc e si è aperto al territorio non più solo come transhipment, è scoppiata una dura battaglia con il Comune. Il cui sindaco Simona Scarcella, già in aspettativa come dirigente dell’area legale dell’Autorità di Sistema Portuale, ha ricevuto dall’Ufficio procedimenti disciplinari un’ulteriore contestazione da parte del presidente Agostinelli, che potrebbe condurre al suo licenziamento. In risposta, la giunta comunale, guidata dal vicesindaco Totò Parrello, ha approvato all’unanimità una delibera con cui si chiede al ministero delle infrastrutture e trasporti la rimozione immediata del presidente dell’istituzione portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio Andrea Agostinelli, e il commissariamento dell’ente.
È sembrata ai più, nei commenti che stanno una forma di rivalsa alle contestazioni fatte da Agostinelli a Scarcella, in sostanza di aver utilizzato il proprio ruolo per “minare” l’operato dell’Autorità di Sistema Portuale che lo stesso Pd locale ha definito invece “frutto di una gestione attenta e determinata, volta a scongiurare infiltrazioni mafiose e a consolidare il ruolo di Gioia Tauro nel sistema logistico internazionale”.
I fatti non sono chiacchiere: in più di dieci anni di lavoro duro, a volte anche pericoloso, Agostinelli ha portato l’ex cattedrale del deserto a quasi 4 milioni di teu e 350 mila auto nuove allo sbarco: ma specialmente ha reso il porto, un tempo realtà del tutto avulsa dal territorio, una fucina di iniziative e di lavoro, con una battaglia che a volte è sembrata disperata anche con le organizzazioni malavitose locali.
L’ammiraglio Agostinelli intanto, amareggiato dalla vicenda, ha confermato di aver formalmente chiesto al ministro di non essere ulteriormente confermato alla carica alla scadenza del mandato, tra meno di due mesi. “Rimane la disponibilità a lavorare per la portualità italiana – ci ha detto – ma non più a Gioia Tauro”. E c’è la conferma di un suo curriculum per esser tali altre Autorità di Sistema Portuale in scadenza, quella di Livorno compresa.
(A.F.)