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Rixi: la maxi-Darsena operativa a lotti, piazzali in funzione al più presto

LIVORNO. La Darsena Europa non nasce tutta insieme come per un colpo di bacchetta magica che d’incanto trasforma il porto di Livorno: la stanno realizzando pezzo dopo pezzo, sul lato mare della Darsena Toscana, a sud della nuova foce dello Scolmatore. «Dunque, non ha senso aspettare che sia completamente costruita per cominciare a renderla in parte operativa, e perciò capace di produrre redditività: per chi la usa ma anche per le casse dello Stato». Il viceministro Edoardo Rixi, vice di Matteo Salvini al dicastero delle infrastrutture e plenipotenziario (leghista) sul “fronte del porto”, torna a ripetere un ritornello che ha già cantato in più occasioni. La prima cosa a esser pronta sarà un vasto piazzale? Ecco, bisogna intanto – questo il suo argomentare – che quello spazio venga affidato in concessione il prima possibile: prima cioè che si arrivi alla conclusione dei lavori che comporteranno l’allestimento del nuovo terminal contenitori.

Parole che arrivano da Rixi durante un pomeriggio nel porto di Livorno: rientrerà sì in una sfilza di visite pastorali a tanti scali ma capita poche volte di vedere quante aspettative ha suscitato. Ad accogliere questo dirigentissimo leghista cinquantenne (scuola Carroccio con l’occhio pragmatico all’economia) sono decine e decine di operatori livornesi a Palazzo Rosciano davanti al busto marmoreo del granduca. Anche nel fangoso sopralluogo alla maxi-Darsena che verrà, il comitato d’accoglienza è quello delle occasioni di rilievo: ovviamente l’Authority con il presidente Luciano Guerrieri, la subcommissaria progetto maxi-Darsena Roberta Macii, l’ingegnere capo Claudio Pribaz, ma anche il sindaco Luca Salvetti, il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda insieme al segretario generale Pierluigi Giuntoli, il prefetto Giancarlo Dionisi, il consigliere regionale dem Francesco Gazzetti e un folto raggruppamento della Lega locale capitanato dal parlamentare Manfredi Potenti.

RECUPERARE I SOLDI PER INVESTIRE

Le ragioni dell’idea di Rixi sono riassumibili così: il governo vuole investire nelle infrastrutture portuali per far fare dell’Italia la prima “potenza” marittimo-portuale. Il viceministro lascia da parte la montagna degli euro-quattrini del Pnrr, il più grande piano di aiuti pubblici tale da far impallidire il ricordo del piano Marshall nel dopoguerra: ha altre tempistiche-diktat e non vale per questo genere di opere. Perciò, in una fase di restringimento dei cordoni della borsa, i soldi per gli investimenti infrastrutturali occorre cercarli nelle pieghe dei conti pubblici. Come? Tentando di velocizzarne la trasformazione in opere funzionanti in grado di produrre redditività. Tradotto: se c’è una fetta della Darsena Europa utilizzabile prima del resto, la si utilizzi.

L’elaborazione grafica della foce dello Scolmatore e, sulla sinistra, della futura Darsena Europa

Manco a dirlo, ecco il paragone con la logica dell’investimento privato: «Non c’è gruppo privato – afferma il viceministro – che terrebbe piazzali vuoti per cinque o sei anni se invece possono essere utilizzati: se parlassimo di un investimento privato non staremmo nemmeno qui a discuterne».

È lo stesso discorso che Rixi ha fatto per togliere dalla ruota di Livorno i 300 milioni di euro già assegnati nella legislatura precedente relativamente ai collegamenti ferroviari a servizio di porto e interporto: da voi resterebbero lì a lungo in attesa che si possa aprire il cantiere, ho invece sott’occhio altri utilizzi immediatamente operativi. Il discorso sta in piedi, l’ha detto senza giri di parole anche il leader confindustriale labronico Piero Neri davanti al viceministro.

I DUE TEMPI: UNA LOGICA E UN RISCHIO

Ma c’è un “ma”: ogni strategia dei due tempi non si traduce in una beffa solo se non ci si ferma al primo round. Magari non sarà così perché il viceministro ha garantito che «completare le opere a Livorno» secondo quanto e quando previsto è «interesse nazionale». Sa bene lui per primo, appassionatissimo di montagna ma nella trincea della portualità ligure fin dai tempi in cui era semplice capogruppo in consiglio comunale a Genova, che è il secondo tempo arriva davvero o è una furbacchionata.

Sopralluogo alla vsaca di colmata destinata a diventare la nuova Darsena Europa

Beninteso, qui non stiamo parlando di astratte ipotesi accademiche. C’è qualcosa di estremamente concreto: i nuovi piazzali risulterebbero una sorta di “extra Darsena Europa” in attesa che l’intera opera sia completata. Essendo di fatto piazzali e non terminal strutturati, a seconda dei casi potrebbero riscuotere, ad esempio, l’interesse di Grimaldi: logico, stante la recente acquisizione del terminal Tdt – finora la principale infrastruttura del porto di Livorno – che è affacciato sì sulla Darsena Toscana ma è anche a contatto di gomito con il cantiere della nuova maxi-Darsena.

I CAMPIONI PRIVATI E L’INTERESSE COLLETTIVO

Nel frattempo, sull’attuale fanghiglia della futura Darsena Europa da completare dovrebbero accadere due cose. L’una: Rixi chiede che si metta a gara la nuova espansione del polo container, per la quale peraltro ha pubblicamente già manifestato interesse reale il colosso mondiale dei traffici container Msc in tandem con gli operatori livornesi Neri e Lorenzini (con la prospettiva di un investimento privato da centinaia di milioni di euro, qui il link all’articolo sull’ultimo sopralluogo). L’altra: la parte pubblica, con l’Authority labronica che ha in mano il ruolo di capofila, deve realizzare le nuove dighe foranee, correggendo la parte rettilinea accanto al Molo Novo, creando la nuova bocca nord del porto, realizzando i dragaggi e l’ulteriore vasca di colmata per accoglierne i sedimenti e disegnare così il nuovo volto del porto (mentre, per via di inflazione e rincaro delle materie prime, l’appalto pubblico  sta vedendo crescere i costi fino a superare probabilmente il mezzo miliardo di euro, 630 milioni nello scenario peggiore; qui l’articolo del giugno 2024 sull’andamento dei lavori).

I tecnici consultano la documentazione durante il sopralluogo alla vasca di colmata

Sarebbe però un paradosso se un provvedimento normale come la messa a reddito della prima parte di piazzali diventasse il pretesto per fermarsi a metà, “eternizzare” il provvisorio e cancellare dall’operazione Darsena Europa proprio la Darsena Europa: nient’altro che qualche piazzale in più. Dopo aver speso un fiume di milioni pubblici il porto di Livorno potrebbe tutt’al più rallentare il declino, e lo sanno tutti ma proprio tutti.

Oltretutto, Livorno ha già praticamente in casa (o intenzionati a esserlo ancor di più) due campionissimi come Grimaldi, da un lato, e Msc (con Neri e Lorenzini), dall’altro: ritrovandosi sia con una nuova infrastruttura container in grado di aprirsi anche ai traffici con l’Est sia con un fortissimo polo di “autostrade del mare” capace di migliorare il primato nazionale e intercettare l’eventuale risveglio del Nord Africa. La sfida per fare dell’Italia la prima euro-potenza marittimo-portuale comincia da qui (e dai 300 milioni dei collegamenti ferroviari spostati altrove, anche quelli provvisoriamente e in nome della (sacrosanta) ottimizzazione dei tempi.

I PORTUALI SI SCHIERANO

Da ultimo ma non per importanza, vale la pena di segnalare che sul “Tirreno” la Compagnia portuali ha preso la parola: schierandosi con le affermazioni del viceministro Rixi e dandone una propria interpretazione. Per il presidente Enzo Raugei bisogna far di tutto per accelerare i tempi di realizzazione ma è del tutto evidente – spiega – che un’opera di tali dimensioni «non potrà che essere realizzata a lotti funzionali». Raugei afferma che va reso operativo «un primo lotto rappresentato dalla banchina con accosto e l’arredo terminal relativo al retro piazzale (la prima vasca di colmata) e in progress l’allestimento del resto del progetto». Nell’opinione del presidente dei portuali livornesi l’utilizzo temporaneo dei piazzali  «dovrebbe essere consentito a chi nel frattempo  si è impegnato alla realizzazione  del terminal e abbia ricevuto l’investitura ufficiale».

Mauro Zucchelli

 

 

Pubblicato il
16 Febbraio 2025
Ultima modifica
18 Febbraio 2025 - ora: 01:22
di MAURO ZUCCHELLI

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