Più capodogli nei nostri mari

Nell’immagine: Un celebre riferimento alla leggenda del capodoglio Moby Dick.
GENOVA – La cresciuta attenzione verso i grandi abitanti dei mari italiani, che sta portando a un incremento delle segnalazioni di avvistamenti sia da parte delle navi, sia dai dipartisti. Sta confermando una costante crescita della popolazione dei grandi cetacei. Delfini, stenelle, globicefali, zifi, balenottere, balene e capodogli sono sempre più segnalati, non solo nel tradizionale loro triangolo tra la Costa Azzurra, Capo Corso e l’Elba (la cosiddetta nursery delle balene) ma anche lungo la costa laziale, la Sardegna e la Sicilia. Uno dei motivi spiegati dagli studiosi è che i cetacei seguono le rotte migratorie dei banchi delle sardine di cui si nutrono. Banchi che un tempo erano particolarmente ricchi tra Capo Corso e le isole toscane di Gorgona e Capraia.
In particolare, nel 2024 sono stati numerosi gli avvistamenti di capodogli, sia giovanissimi (e quindi di contenute dimensioni) sia adulti. Piuttosto diffidenti nei confronti delle navi e capaci di apnee prolugate anche oltre un’ora, i capodogli non sono da tempo cacciati anche in Atlantico, a differenza delle balene (norvegesi e giapponesi ne uccidono ancora a centinaia) e stanno lentamente aumentando, predando in genere calamari e altri cefalopodi nei fondali. Sono anche un segnale della crescente salubrità dei nostri mari.