La scomparsa base velica alla Bellana

Nella foto: Gli scivoli di Nogarin.
Un tempo lontano, negli anni ’70, fu la Compagnia Lavoratori Portuali di Livorno a presentare e anche a impegnarsi per creare una basa per la nautica popolare livornese alla Bellana – l’insenatura naturale a sud della diga della darsena del cantiere oggi Benetti – con tanto di progetto firmato dal compianto architetto Martigli. Ne furono convinti assessori il console Italo Piccini e il suo direttore amministrativo, ma trovarono altrettanto tenaci avversari nella sinistra livornese, in particolare nella Provincia che bloccò definitivamente tutto.

Nell’immagine: Uno dei tanti progetti di “marina” alla Bellana.
Più di recente, con il sindaco Nogarin, alla Bellana si riprese a parlare di una base velica, con tanto di pontili e scivoli velocemente realizzati. E velocemente spariti, come ci ricorda il lettore Giancarlo Pozzi:
…Mi chiedo perché gli scivoli realizzati dal Comune alla Bellana prima dell’attuale sindaco siano stati poi abbandonati e infine demoliti. Erano utili per varare le piccole derive e sopperivano alla assoluta mancanza di scivoli per la nautica carrellabile…
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In effetti ce lo chiedemmo anche noi, ma ci fu risposto che si erano dimostrati troppo esposti ai forti venti di traversia, per cui pericolosi. Inoltre per la nautica carrellabile non erano particolarmente adatti in quanto molto inclinati e senza un sufficiente raggio di manovra per le auto con i carrelli.
Il “marin” progettato dall’architetto Martigli è stato a lungo un sogno della piccola nautica popolare locale, rinforzato quando il Comune provò a studiare la “cacciata” delle barche dai Fossi. Tramontato il tentativo – ci fu quasi un assalto all’assessorato – anche della Bellana si continua a parlare ogni tanto, ma come un’Araba Fenice.
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