Il “cold ironing” e la piovra di Bruxelles

ROMA – Che c’entra la piovra della foto con il cold ironing? Diciamo che è una nostra “licenza poetica”. Perché bisogna partire dal fatto che, come scrive qui sotto l’avvocato Luca Brandimarte in un lungo servizio su “Porto e Interporto: “Occorre subito avere ben chiaro a mente come ormai le decisioni più impattanti per tutti i settori, incluso il nostro, vengano prese più a Bruxelles che a Roma.

E più volte, sulla base di decisioni non sempre condivise, si ha l’impressione che l’UE sia più una piovra predatrice che non la casa di tutti gli europei. 

Torniamo allora al Cold-Ironing. Anzitutto per dire che il mondo armatoriale, in tal senso, ha fatto e sta facendo i compiti a casa. Si pensi ad esempio alle navi da crociera: ad oggi il 50% della flotta, secondo autorevoli rilevazioni, è pronto ad attingere energia da terra, ma solo il 2% dei porti scalati dalle ʻnavi bianche’ è attrezzato per questo. Ed entro il 2035 l’intera flotta crocieristica mondiale sarà attrezzata a tale scopo. 

Allo scopo: occorre quindi velocizzare gli investimenti, anche sulla base delle best practices già applicate in altri scali europei. 

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