Fondi Europei, come capire meglio
NICOSIA (Cipro) – Nell’ambito del dibattito sull’accessibilità ai Fondi Europei è stato di recente aperto eucallslist.com uno strumento costruito da esperti inizialmente per uso interno, per facilitare il grant screening e quindi quelle operazioni che servono ad aziende, pubbliche amministrazioni, università, associazioni e imprese nel mondo dell’innovazione tecnologica e sociale a conoscere ed accedere alle più di 800 attuali calls (bandi) messe a disposizione dall’Unione Europea nell’ambito del Multiannual Financial Framework 21-27, che distribuisce attualmente 1074.3 Euro billion (+750 E billion su Next Generation EU) all’interno di circa 40 programmi nelle aree: politica agricola comune (PAC), crescita sostenibile, inclusione e occupazione, politica di coesione, ricerca e innovazione, gestione delle risorse naturali e ambiente, sicurezza e cittadinanza, affari esteri, sviluppo e cooperazione.
Normalmente le opportunità sono da ricercarsi, oltre che sul portale della Commissione Europea, in diversi siti sparsi nel web che si aggiornano quotidianamente, e per ogni bando la documentazione è generalmente in inglese e i dettagli (criteri di eleggibilità, budget, regole di consorzio e partecipazione, percentuali di cofinanziamento, documenti quadro dei programmi che si aggiornano con continuità ecc) sono da ricercarsi attraverso uno studio approfondito della documentazione allegata in lingua inglese, cosa che può essere difficile per molti, il lavoro che normalmente fagli gli esperti di europrogettazione.
Questo strumento, sempre aggiornato a partire dalle fonti ufficiali (che sono sempre il massimo riferimento anche per noi), ha il pregio di riorganizzare l’informazione rendendola molto più accessibile.
L’idea è del team in parte italiano basato a Cipro – Paese noto per essere una piazza molto forte di europrogettazione nel Mediterraneo – con l’obiettivo di aprire una finestra di informazioni e accessibilità oltre che ad enti pubblici, associazioni, università e centri di ricerca (che hanno spesso già confidenza con questi fondi), anche alle imprese, e alle startups, al cui coinvolgimento la recente Programmazione Europea dà sempre più peso riconoscendole come attori cruciali nel raggiungimento degli obiettivi della competitività europea, per disseminare l’idea che anche la ricerca fatta nel privato possa essere finanziata non solo da risorse private e dai classici fondi indiretti, ma anche da fondi diretti (come quelli europei) e in una modalità che predispone i progetti ad essere transnazionali e orientati all’impatto pubblico sin dalla loro nascita.