La corruzione nei porti, vox populi…
Premesso che corruttori e corrotti fanno parte della storia dell’umanità – Adamo fu corrotto da Eva a sua volta istigata, o corrotta, dal serpente – quanto è accaduto nel porto di Genova ha colpito l’immaginario collettivo più ancora delle tante storie di mafia e di mazzette internazionali. Si chiede che cosa stia succedendo nei porti il lettore Francesco d.R. di Ancona, con una lunga mail che dobbiamo riassumere per ovvi motivi di spazio.
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Io lavoro in porto, come piccolo impiegato in una piccola azienda di trasporti. E quello che si legge della corruzione nel porto di Genova francamente mi spaventa: perchè noi che non siamo nemmeno ”quadri” spesso sputiamo sangue nell’interesse del meccanismo generale del lavoro, sacrificando famiglia e anche tempo libero, per poi sapere che c’è chi scialacqua risorse pubbliche importanti per fare la bella vita alle spalle di tutti.
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Possibile che con tutte le leggi di controlli e super-controlli che intasano l’operato pubblico (e anche privato) spesso allungando a dismisura i tempi per costruire anche un semplice capannone, si debba leggere che imprenditori ottengono favori di non poca importanza con l’arma della corruzione? E in modo tanto impunemente da registrare cene di ex-lusso, “accompagnatrici” superavate, giochi ai casinò….
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Alt alla mail del lettore, anche perchè non bisogna dimenticare che siamo ancora alla fase iniziale di un’inchiesta, e deve prevalere – anche questa è legge – la presunzione d’innocenza. Ciò premesso, forse il troppo lungo tempo di questo mestiere ci ha insegnato che spesso dove c’è tanto fumo c’è anche un pò (o tanto) arrosto…
Dobbiamo anche ricordare che la gestione di un porto è un affare complesso, articolato, sottoposto a mille regole e ad altrettante mille non-regole (nel senso delle incertezze procedurali dovute all’eccesso di regole, spesso in contraddizione tra loro). Poi subentra il fattore personale di ciascuno degli attori: non solo rispetto delle leggi (che abbiamo già detto, forse è difficile rispettare sempre anche con tutta la buona volontà) ma anche educazione, etica e senso del dovere verso i ruoli assegnati.
Se fossero vere tutte le “stravaganze” (non so come definirle per rimanere neutrale) che vengono attribuite dall’inchiesta all’ex presidente dell’AdSP di Genova e all’imprenditore su mentore, ci sarebbe davvero da chiedersi in che mondo vivevano loro e viviamo noi. Con un unico riconoscimento all’ex presidente, la scelta della giovane fidanzata. Ne riportiamo l’immagine pubblicata dalla diffusa rivista gossipara “Di più” nei giorni scorsi: non male, davvero!
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