ANCE Liguria e infrastrutture

Emanuele Ferraloro
GENOVA – “Esiste qualcuno che ragionevolmente possa pensare a un blocco, anche solo parziale, delle grandi infrastrutture in costruzione in Liguria?”.
A porre provocatoriamente questo interrogativo è stato il presidente di ANCE Liguria, Emanuele Ferraloro, che, a margine e in relazione all’inchiesta giudiziaria in corso a Genova e in Liguria, ha denunciato un rischio banalizzazione
“che inevitabilmente sfocerebbe in effetti perversi simili a quelli provocati dalle inchieste di Tangentopoli, di oltre trent’anni addietro”.
“Non possiamo permettercelo” – afferma Ferraloro, perché Genova e la Liguria non meritano “i rischi di una decrescita, né di un ritorno al passato di immobilismo e declino”.
“Un fatto – sottolinea il presidente di ANCE Liguria – sono eventuali responsabilità personali che dovranno essere accertate dalla magistratura; ben diverso pensare o agire come se esistesse una responsabilità collettiva che si basi sull’equazione opere pubbliche uguale corruzione”.
Secondo Ferraloro, i segnali sono allarmanti: si dimentica che il mercato è l’unico strumento per la crescita, si fa finta di ignorare che i partiti devono essere in qualche maniera finanziati, e si esprime paradossalmente stupore perché il concessionario privato di un bene pubblico parla con la pubblica amministrazione, evocando sempre e comunque il rischio che dietro a questo dialogo che deve esistere e che è alla base del meccanismo delle concessioni, si celi la corruzione.