Attenti alle orche!
LONDRA – Le orche “assassine di barche” da diporto diventano un caso anche in Mediterraneo. Due importanti associazioni nautiche, il RYA (Royal Yachting Association) e la Cruising Association hanno ufficialmente diramato un comunicato in cui, con l’arrivo della bella stagione, sollecitano i diportisti che pianificano crociere in acque dove sono presenti orche di informarsi sul protocolli forniti da RYA e CA e osservare le necessarie precauzioni.
Le zone interessate sono, per ora, Golfo di Biscaglia, penisola iberica e Stretto di Gibilterra, costa settentrionale del Marocco, costa mediterranea della Spagna sino a Marbella.
L’allarme lanciato sarebbe reale: nell’ultimo anno le orche hanno affondato due barche e causato danni ad almeno una decina di barche, ben 28 le interazioni con le orche in Spagna nel 2023.
Clamoroso il caso di ben tre barche attaccate durante il trasferimento alla regata Copa del Rey a Palma di Maiorca.
Perché le orche (whale killer) attaccano le barche a vela? Gli esperti del RYA e del CCA brancolano nel buio: “Nonostante i danni alle barche – riferisce un loro studio – riteniamo che classificare le interazioni come “attacchi” sia fuorviante. Raramente le barche attaccate presentano segni di denti: i danni predominanti ai timoni e alle chiglie sono dovuti a colpi vibrati con la testa o il corpo. Le orche non fanno a pezzi i timoni, come farebbero se si trattasse di un comportamento di caccia: però colpiscono principalmente i timoni senza skeg e in secondo ordine le derive. Sebbene il comportamento possa essere spaventoso (e costoso) dal punto di vista umano, dal punto di vista delle orche sembra essere in qualche modo gratificante”. Insomma, si divertono: oppure si allenano caso mai si presentasse qualche balena con il cucciolo: quest’ultimo destinato a soccombere agli attacchi concentrati. Episodi già verificati anche in Mediterraneo, dove le balene frequentano storicamente il Nord Tirreno.