Ferrovie, piani europei e realtà
Difficile che qualcuno scriva ai giornali per dichiararsi soddisfatto delle notizie pubbliche positive. Comprensibile che si chiedano invece chiarimenti – anche in chiave polemica – come fa il lettore Stefano Cosulich da Piombino, con una lunga nota che siamo costretti a riassumere, sperando di non toglierle l’essenza:
Anche di recente, leggendo le dichiarazioni dell’ad di Ferrovie Italiane sullo sviluppo della rete in Italia, mi sono reso conto del poco interesse per l’asse costiero tirrenico, quello che va da Genova a Civitavecchia e prosegue fino a Napoli, Reggio Calabria (sfiorando Gioia Tauro che come noto è il primo porto d’Italia come volumi) e poi dovrebbe superare lo stretto di Messina con il sospirato mega-ponte. FS continua dunque a considerare i porti della Toscana marginali, raggiungibili da una deviazione della dorsale appenninica che come sappiamo e come dice lo stesso rapporto FS, è già sovraccarica e deve privilegiare le remunerative “Frecce” passeggeri…
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Possiamo fermarci, perché la sostanza c’è. Aggiungeremo che contro questa visione di una costa toscana subordinata, ci sono stati negli anni tentativo di modifica e anche qualche presa di posizione pubblica. Di recente si è parlato di una correzione delle reti TET-T, peraltro un piano nato ormai vent’anni fa e quindi per molti aspetti fuori realtà della logistica attuale, ma siamo (a quanto ci risulta) solo ai talkshow. Anche l’anno scorso all’interporto Vespucci di Guasticce fu presentato un panel significativo (che riportiamo) con le indicazioni delle reti ferroviarie previste. Ed è chiaro che a Livorno si arriva attraverso la deviazione da Firenze invece di scendere da Genova. Per inciso, Marina di Carrara, Piombino e anche Civitavecchia sembrano ancora relegati alle reti locali…
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