A Bologna interporto -33% dei treni
BOLOGNA – I dati sono impietosi: il trasporto ferroviario delle merci nel 2023 ha subito gli effetti negativi di molteplici eventi imprevedibili: la chiusura del valico del Frejus con la Francia, l’interruzione di quello del Gottardo con la Svizzera, le alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana e anche le chiusure programmate per procedere con i lavori previsti dagli obiettivi prefissati dal PNRR. In tempi difficili come questi, le concause di alcuni eventi potevano essere evitate, ma invece aggravano i contesti. Ne hanno risentito sia i porti, sia l’intero sistema logistico nazionale, come sottolinea il sintetico rapporto dell’interporto di Bologna.
Le criticità – si legge nel rapporto – non si sono registrate solamente lungo i binari via terra; anche i treni in arrivo e in partenza dai porti hanno registrato un segno negativo rispetto al 2022 e questo dato è avviato ulteriormente inasprirsi a causa della crisi del canale di Suez, che non sembra di prossima soluzione.
In questo scenario, il traffico all’interporto di Bologna ha registrato a fine 2023 un calo del 33% del numero dei treni complessivamente movimentati rispetto all’anno precedente, con un dato sui volumi che, però – in uno sforzo di ottimismo – lascia intravedere dai primi mesi del 2024 alcuni aspetti positivi, soprattutto in alcuni comparti, dove emerge sia una saturazione più alta nelle connessioni già esistenti sia l’aumento della frequenza di altre, come la connessione con Zeebrugge che è passata da quattro a sei circolazioni settimanali.
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Ancora una volta – è la sintesi da Bologna – le crisi dei collegamenti marittimi internazionali quando impatta sui nostri porti si riflesse – moltiplicandone gli effetti – sulla logistica terrestre con una ricaduta su tutti gli anelli della catena: specie se gli egoismi nazionali e le pseudo-politiche green pongono ulteriori problemi ai transiti delle merci.
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