Barche che affondano chissà perché
Le cronache nautiche di questa estate hanno registrato – fondi della Guardia Costiera – parecchi affondamenti di imbarcazioni cabinate, sia a vela che a motore, apparentemente senza avarie o motivi chiari. Ce lo chiede il lettore Piero Abbati da Viareggio:
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Un mio amico è tornato da una piccola crociera all’Elba molto amareggiato perché la sua barca, un cabinato di 12 metri a vela con sette posti letto, cucinotto e wc marino, ha rischiato di affondare per un’avaria alla valvola di uscita dal wc. Era andato a cena a terra e al ritorno con il pram, ha trovato con terrore la barca con la coperta a pelo d’acqua. Oltre alle spese sostenute, ora ha paura. Vuol chiudere lo sbocco in mare del wc e mettere un gabinetto chimico…
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Soluzione certo definitiva, ma eccessivamente drastica; anche perché i wc chimici, quando sono numerosi gli “utenti” non rappresentano il meglio.
Il problema delle prese a mare è sempre esistito, particolarmente nei tempi passati quando il Logistics non era con il GPS ma con l’etichetta sotto la carena, da togliere e mettere attraverso un foro che qualche volta faceva acqua o veniva dimenticato. Lo sesso problema oggi per i wc e le valvole del raffreddamento motori; se non si a manutenzione ciclica alle valvole di servizio (o si dimenticano aperte dopo l’uso) il rischio di allagare la barca è concreto: accentuato, sulle barche a vela, anche quando si naviga sbandati dalla parte del wc. La manutenzione delle valvole deve essere frequente. Per le eventuali distrazioni, esistono anche speciali sensori elettrici, facili da istallare con appositi cicalini. Ma l’attenzione è il primo (e non costoso) rimedio.
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