Attacco alla “Pacific Garbage Patch”

Nella foto: Un’immagine del continente di rifiuti.
LOS ANGELES – La più grande isola di plastica del mondo, nota come Great Pacific Garbage Patch, fa un po’ meno paura grazie all’impegno costante degli attivisti dell’Ong The Ocean Cleanup, che utilizzano delle innovative barrire acchiappa-rifiuti. La scorsa estate hanno portato a termine la più importante operazione di rimozione di rifiuti di plastica negli oceani: sono oltre 11 le tonnellate di immondizia estratte dal Great Pacific Garbage Patch. E, grazie al nuovo macchinario System 003, l’associazione punta a fare ancora di più.
*
Un mondo letteralmente invaso dalla plastica: è questo lo scenario della nostra epoca. basti pensare che sono ben 396 milioni le tonnellate di plastica all’anno che vengono prodotte dagli esseri umani e solo poco più del 20% della plastica viene riciclato o incenerito, mentre la maggior parte va a finire in mare. Questo porta ad un aumento vertiginoso dell’inquinamento negli oceani e nei mari, costituendo una vera e propria minaccia per l’ecosistema marino, già fragile. Emblema di tutto ciò è la Great Pacific Garbage Patch, chiamata anche “Pacific Trash Vortex” che galleggia nell’oceano Pacifico, tra la California e l’Arcipelago Hawaiano e si muove seguendo la corrente del vortice subtropicale del Nord Pacifico.
La dimensione della Great Pacific Garbage Patch non è conosciuta con esattezza: gli studiosi stimano che oscilli tra i 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km², dunque potrebbe essere equiparata alla superficie della Spagna o addirittura agli Stati Uniti. Questa estensione rende la Great Pacific Garbage Patch l’isola di rifiuti più estesa nel mondo. Gli interventi di pulizia, sia pure benemeriti, ad oggi sono solo punture di spillo…