Grandi lavori tra l’incudine e il martello

Paolo Pessina
GENOVA – Si può cercare di indorare la pillola al meglio, ma i fatti sono fatti: la realizzazione delle tante opere che per anni sono state “dormienti” e tutti sollecitano, rappresenterà una sfida all’operatività reale, ed è un richiamo ai fatti. E non solo per Genova, ma in ambito nazionale.
Dove la logistica appare oggi tra l’incudine e il martello: o rimanere statici, perdendo competitività e facendosi comprare, o lavorare sul serio nelle opere infrastrutturali, ma con una lunga programmazione.
L’esempio dell’ex ponte Morandi di Genova è richiamato sempre più spesso: un anno per ricostruirlo, quando nella prassi normale ne occorrono solo cinque o sei per le approvazioni burocratiche.
Si veda la famosa autostrada/superstrada tirrenica: se ne parla da mezzo secolo e siamo sempre alle seghe mentali – chiedo scusa – su pseudo/tracciati che distanza urbano questo o quello.
O la famosa Darsena Europa di Livorno: solo per ottenere la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) stiamo aspettando da un anno con qualche quintale di carte che vanno avanti ne indietro tra Livorno, Firenze e Roma.
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Rispondendo indirettamente al viceministro Edoardo Rixi che nei giorni scorsi aveva sottolineato come 🗣️ “l’inevitabile contemporanea apertura di grandi cantieri per la realizzazione delle nuove infrastrutture portuali, logistiche, ferroviarie e autostradali rappresenterà per Genova e il suo porto una sfida nella grande sfida del PNRR”, il presidente di Assagenti 👤 Paolo Pessina ha proposto la creazione di un tavolo permanente di confronto che coinvolga tutte le categorie del comparto portuale e logistico 🗣️ “per scongiurare sia ritardi nella realizzazione delle opere strategiche previste nel PNRR, sia situazioni di congestione o addirittura di black-out nei flussi logistici delle merci”.
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🗣️ “L’elenco delle opere strategiche che – ha detto Pessina – dovranno essere realizzate entro il 2026 e che quindi impongono la realizzazione contemporanea e talora sovrapposta di interventi sul territorio portuale e cittadino di Genova, contiene infrastrutture già oggi in fase di costruzione che inevitabilmente impatteranno sull’operatività del porto e sulla fluidità dei traffici”.
🗣️ “I rischi, come ha ammesso il viceministro Rixi – prosegue il presidente di Assagenti – sono altissimi e straordinari e richiedono quindi uno sforzo di coordinamento altrettanto straordinario alla comunità portuale e trasportistica genovese e ligure, chiamata a realizzare un coordinamento quotidiano con le istituzioni e la pubblica amministrazione”: uno sforzo per il quale una cabina di regìa, come proposto da Rixi, serve a poco.
Portiamo il problema in campo nazionale: possibile che non si riesca a snellire la burocrazia ministeriale, regionale, di nicchia, in un quadro economico e logistico mondiale dove i tempi sono accelerati al massimo?
La politica del sospetto a priori su tutto è davvero il verbo?
(A.F.)
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