Bruxelles e il diktat imballaggi
ROMA – La commissione Ambiente del parlamento di Bruxelles ha votato martedì scorso il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti degli imballaggi. Il testo (Ppwr-Proposal Packaging & P.waste) intende abrogare la direttiva 62 del 1994, e comporterà parecchi cambiamenti nel settore degli imballaggi in Italia.
Secondo gli indirizzi di Bruxelles, c’è la necessità di un riciclo totale degli imballaggi contro la pratica sostenuta a livello nazionale del riciclo. Ci sono anche pareri contrastanti sul divieto assoluto che la UE spinge con forza per i prodotti monouso. Infine sul riuso – sostiene Assocarta in un suo intervento supporto anche a livello Ue – occorre che esso sia economicamente praticabile ed efficace in termini ambientali.
Sempre secondo Assocarta, l’Italia ha raggiunto in anticipo l’obiettivo dell’85% del riciclo degli imballaggi di carta. Da qui l’opposizione degli eurodeputati italiani – si legge a Bruxelles – contro gli articoli 22n e 26 dedicati alla ristorazione collettiva e agli imballaggi alimentari, cosmetici e quelli dei prodotti igienici.
Tutti i provvedimenti che Bruxelles porta avanti sul piano della sostenibilità ambientale sono, senza ombra di dubbio, importati a salvaguardare un futuro dell’Europa più green: il problema mdi fondo rimane quello di essere capaci di arrivare a un cambiamento di regole e di abitudini consolidate da sempre senza creare cataclismi indotti. Il mondo degli imballaggi si regge oggi sulla carta e sui derivati della carta, con la plastica- per decenni importante surrogato- messa al bando per l’effettiva dannosità in campo ambientale. Le nuove regole inoltre non possono basarsi su economie di nicchia di alcuni paesi, ignorando quanto invece viene operato in altri. E su questo punto l’Italia è in posizione critica proprio perché è avanzatissima nel settore del corretto utilizzo della carta e degli imballaggi, ma ha anche tutto un sistema economico che non può affrontare di colpo un cambiamento a colpi d’accetta.