LIBRI RICEVUTI – “Saggi brevi. Sulle infrastrutture ferroviarie nel contesto portuale toscano”
(di Antonio Fulvi)
Edizione Pacini
LIVORNO – Due giorni fa, giovedì 5 ottobre alle ore 17.30, è stato presentato presso la Sala “Ferretti” della Fortezza Vecchia di Livorno il secondo volume della collana “Porti e Dintornì” coordinata e finanziata dall’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale per i tipi di Pacini Editore, e finalizzata a indagare sulle innumerevoli tematiche afferenti alla portualità e alla cultura marittima.
Il libro, dal titolo “Saggi Brevi sulle infrastrutture ferroviarie nel contesto portuale toscano”, è curato da Olimpia Vaccari del centro studi storici Tangheroni di Pisa e consta di due volumi: la ristampa anastatica del “Manuale dell’azionista della strada ferrata Leopolda da Firenze a Livorno”, edito nel 1841 dalla Tipografia e Litografia di Giulio Sardi, e una raccolta di saggi brevi che, a partire dallo stato attuale e dai progetti in corso di realizzazione, delinea una prospettiva sui futuri sviluppi delle connessioni ferroviarie (anche) a servizio delle attività portuali nell’ambito della Toscana. L’iniziativa, che ricade anche nella serie di appuntamenti de “I Giovedì del Port Center”, si colloca all’interno del programma di Italian Porti Days, sessione autunnale dei porti dell’Alto Tirreno.
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Sfogliare il centinaio di pagine di questo volume – che è abbinato a una copia anastatica del regolamento, curiosità speciale per bibliografi e per appassionati di regolamenti ferroviari – è un po’ sfogliare la storia delle ferrovie della Toscana, che ai tempi del granducato potevano vantare il titolo delle più aggiornate della penisola: e le mappe, i disegni, le prime foto (dagherrotipi) sono un corredo prezioso per seguire anche l’evoluzione tecnico-strategica della logistica ferroviaria.
Un lavoro questo voluto dall’AdSP di Luciano Guerrieri e Matteo Paroli, destinato a lasciare un segno non solo tra gli appassionati, ma anche nella dotazione culturale dell’intera regione, credo che Ugo e Ilaria meritino molto anche da parte loro. Perché il mare non sia svuotato, ma sia difeso anche per chi come loro ci lavora con la coscienza della sua fragilità.