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Trafori alpini, emergenza per i Tir

TORINO – Davvero, piove sul bagnato. Non bastano le limitazioni ⛔ sul traforo del Brennero imposte dall’Austria per il traffico pesante: adesso ci si è messa la chiusura (temporanea di alcuni giorni, ma lo stesso devastante per i 🚛🚚 Tir) del Frejus per una frana ⛰️ davanti al versante francese, e specialmente l’annuncio che da lunedì chiude anche il traforo del Monte Bianco per urgenti manutenzioni che dureranno almeno tre mesi.

Il problema sta diventando davvero gravissimo: è come se, per paragone, si bloccassero tutti i porti italiani del versante tirrenico, oppure del versante adriatico. Ed emergono l’arretratezza del sistema infrastrutturale – strade e ferrovie – a ridosso delle Alpi.

Ora territorio chiede certezze di numeri, garanzie, e non sta certo a guardare. A Torino si scriveva giovedì: “L’autostrada A32, perennemente interessata da lavori, non aiuta la sicurezza dei viaggiatori, gli spostamenti dei residenti, il turismo. Il Piemonte ha bisogno di moderne infrastrutture per passaggi a nord-ovest più intelligenti e smart. Anche il Terzo Valico, tra Sempione, Genova e Milano, non deve escludere il nodo torinese, che va, ma non solo, verso Lione attraverso Susa, poi Moncenisio e Monginevro. E va verso Nizza attraverso le Alpi Marittime. Senza reti, l’isolamento è un forte rischio che non vogliamo correre. Le montagne sono vettori di unione, con la Francia in primis, ma affinché le Alpi siano cerniera e non barriera, servono infrastrutture, investimenti, che tengano ben presenti i paesi attraversati, le persone che ci vivono, l’economia locale. Flussi e piattaforme da costruire e rigenerare. Includendo sempre le comunità delle Alpi”, sottolineano Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, presidente nazionale Uncem.

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Il governo italiano e quello francese sono in collegamento giornaliero, ma le soluzioni non sono certo velocissime, come è richiesto dai traffici su gomma e ferro in export e in import. Unica prospettiva che può alleviare un po’ le cose: la prossima apertura della seconda “canna” del Frejus. Sarebbe a giorni. Ma comporterà, con l’avvenuta riapertura della “canna” principale, anche un sovraccarico del territorio. Si torna al lamento del poeta: “Le malvietate Alpi…”.

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Pubblicato il
2 Settembre 2023
Ultima modifica
5 Settembre 2023 - ora: 09:28

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