Benzina alle barche, una rapina?
Questo problema l’abbiamo sperimentato anche noi, in diretta. Quindi la protesta dell’amico lettore di Genova, 👤 Alfio Guardia, è più che comprensibile.
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Ho letto tanto sui giornali del prezzo gonfiato della benzina sulle autostrade: ma nessuno ha scritto di quello “imposto” alle (poche) pompe ⛽ che operano nelle banchine dei porti e porticcioli nautici lungo la costa del Tirreno 🚤. In un’isola, che non cito per scrupolo di coscienza e non creare recriminazioni giustificative, ho pagato (e ho la ricevuta) 3 euro a litro. Forse si pensa che la nautica, che quella con modesti motori fuoribordo e natanti, sia roba da ricchi?
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Caro Alfio, cosa possiamo dire?
All’isola di Capraia, tra la costa italiana e la Corsica, ad agosto abbiamo pagato anche noi cifre simili. Ci hanno più volte spiegato che la benzina va portata con una nave traghetto, viaggio riservato alla sola benzina senza auto né passeggeri, per cui il ricarico sul gestore, che è un privato, porta il costo alle stelle, tanto che lo stesso gestore prova da tempo a vendere l’impianto, ad oggi senza risultati. Il Comune se n’è occupato provando a far intervenire la Regione Toscana, sulla base del principio della territorietà, per assumersi il costo del trasporto sul traghetto. Ma per ora i risultati non si sono visti. In alcuni “marina” costieri le cose sono andate un po’ meglio, ma comunque abbiamo avuto un agosto, come dice la vignetta ripresa dai quotidiani del gruppo QN, da…rapina. Non certo un modo di attrarre il turismo nautico, visto che in Croazia e nella stessa Corsica il carburante costava di meno.
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