Forse il rimedio può esserci
LIVORNO – Le interferenze dei traffici portuali tra grandi navi e natanti esistono quasi ovunque: ma a Livorno nella stessa bocca dello scalo si riversano anche le barchette dei Fossi, i natanti da pesca costiera, i gommoni e i fuoribordo.
Qualche volta si tratta di scafetti con motorizzazioni molto modeste, sotto il limite dai 40 cv: quindi condotti da gente senza patente e non sempre con una adeguata preparazione nautica. Non è un fenomeno marginale.
Nei Fossi della città Medicea sono ormeggiate più di 3️⃣.0️⃣0️⃣0️⃣ barche che escono o entrano negli orari più vari.
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Come affrontare allora una disciplina che garantisca insieme diritto di navigazione e sicurezza?
Scartata subito, come abbiamo riferito, l’ipotesi del faro rosso, occorrerebbe come sempre riferirsi a una cultura maggiore della sicurezza, specie nei periodi in cui il popolo delle barchette esce più di frequente.
Coinvolgere i circoli nautici è indispensabile: tra l’altro le barche – pescherecci compresi – dovrebbero tenersi nella striscia di avamposto tra il muro di sponda del bacino di carenaggio galleggiante e il “biribisso” (o meda) di cemento davanti al faro: utilizzando inoltre la bocca davanti al cantiere Benetti.
Il problema c’è ma non è irrisolvibile: basterebbe un’ordinanza della Capitaneria e qualche multa.
Si può provare?
(A.F.)
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