Nuovi scali e l’impegno degli armatori
GENOVA – C’è fervore di partenza per nuove grandi infrastrutture portuali. L’avvio della grande opera foranea davanti al porto di Genova, che consentirà al porto di approdare alla nuova era delle grandi navi, è stato l’occasione per incontrare non solo operatori portuali ma anche il mondo allargato della logistica nazionale e internazionale. Con un confronto di idee che, cerimonia a parte, sembra destinato a lasciare il segno.
Più delle dichiarazioni dei politici – che ovviamente hanno esibito le penne del pavone, peraltro meritatamente – sono da approfondire quelle degli operativi.
E tra queste, il “verbo” di Gianluigi Aponte: che non solo si è dichiarato interessato con le sue compagnie al futuro mega-porto genovese, ma ha anche ribadito il suo mantra: cioè che gli armatori devono diventare sempre più operatori globali, rafforzando la propria presenta in tutti gli anelli della catena logistica.
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Niente di nuovo, è vero, rispetto a quanto già Aponte e la sua MSC stanno facendo da tempo.
Ma l’averlo ribadito mentre nei porti più attivi stanno nascendo nuove importanti infrastrutture – oltre che a Genova, c’è il bando per Cagliari e il faticoso ma deciso avvicinarsi al bando per la Darsena Europa di Livorno, solo per citare il Tirreno – è la conferma che MSC non si limiterà a guardare la nascita di queste nuove realtà portuali. Dove anche le tradizionali professioni della logistica dovranno tenerne conto.
A patto – ed è un’esigenza ormai sentita a tutti i livelli – che si riesca a spezzare l’assurda camicia di forza di una burocrazia che divora chi lavora: come il dio Kronos degli antichi greci che divorava la propria prole.
(A.F.)
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