Croce e delizia delle batterie al litio
GENOVA – Le batterie di bordo sono sempre state croce e delizia in campo nautico: soffrono l’umidità, a volte si scaricano di colpo, e negli ultimi anni ci sono stati eventi significativi e catastrofici che hanno coinvolto superyacht o grandi yacht, il cui elemento scatenante è stato identificato nelle batterie agli ioni di litio, l’ultimo ritrovato della tecnologia. Una testimonianza interessante è stata raccolta dal sito “Daily Nautica” con Andrea Pezzini, dpa di Floating Life e project manager di uno yacht che qualche anno fa ha subito uno dei primi incendi da batteria al litio. In quel frangente Pezzini ha seguito le procedure di estinzione e messa in sicurezza del relitto, fornendoci materiale fotografico.
“L’incendio da litio ha una problematica intrinseca – ha spiegato Pezzini – è un incendio elettrico che si autoalimenta, una volta che si è innescato l’incendio va avanti finché il litio non si esaurisce, ha bisogno di pochissimo ossigeno. Il fuoco della batteria al litio, non si riesce a spegnere, quindi la cosa più importante è il raffreddamento”.
Il problema esisterebbe: ma il mercato si sta rapidamente adattando e sempre più spesso vengono realizzate nuove soluzioni, come quella proposta da Sealance per le imbarcazioni a propulsione elettrica di dimensioni comprese tra 12 e 30 metri. Si tratta – secondo il sito – di una batteria al litio-cobalto di piccole dimensioni (90 x 80 x 60 cm), con una capacità di 83 kWh e oltre 250 kW di potenza a 450 volt, studiata per non prendere fuoco. La batteria contiene al suo interno 36 batterie immerse in olio dielettrico che impedisce, in caso si verifichi un danno anche grave ad una cella, che le fiamme possano propagarsi alle celle adiacenti. In questo modo, la cella danneggiata rimarrebbe isolata, garantendo alle altre batterie di continuare a lavorare.