Italia hub gas, se in fretta ed europeo
MILANO – Per essere un vero Hub continentale è necessario che il gas naturale prodotto, stoccato e importato in Italia dal Mediterraneo e dal resto del mondo possa essere riesportato verso i Paesi oltre le Alpi in sostituzione del gas russo (Ucraina, Slovacchia, Cechia, Slovenia, Austria, Svizzera e in prospettiva Germania e Francia).
Al 2024 i nuovi rigassificatori (Piombino e Ravenna) e l’aumento della capacità degli esistenti, oltre che dei gasdotti attivi, permetteranno di soddisfare solo la domanda interna (stimata in circa 7⃣2⃣ miliardi di metri cubi), senza possibilità di riesportazione. In assenza di nuovi investimenti l’Italia rimarrà un “lavandino”.
Per diventare un Hub sono necessarie nuove infrastrutture, come gli impianti di rigassificazione di Gioia Tauro e Porto Empedocle, già cantierabili, che il Governo sembra intenzionato a promuove, con una capacità aggiuntiva complessiva di circa 2⃣5⃣ miliardi di metri cubi.
[hidepost]
Questo è il quantitativo minimo per poter avere un ruolo nel nuovo mercato europeo del gas, che subentrerà alla dipendenza dalle forniture russe.
I rigassificatori appaiono la scelta migliore, rispetto alla realizzazione di nuovi gasdotti mediterranei, perché più economici, con un minor tempo di ammortamento e la possibilità di ricevere gas via nave da tutte le produzioni mondiali di GNL, in grande sviluppo, e che saranno attive dal 2025 in poi.
Per questi motivi anche il Nord Europa sta investendo massicciamente sugli impianti di GNL, nella prospettiva di forniture da Nord verso Sud, in sostituzione del corridoio da Est (Russia). I flussi anche da Sud (Italia) favorirebbero la concorrenzialità e la sicurezza complessiva del mercato europeo, dando all’Italia un ruolo geoeconomico e politico oltre a minori costi conseguenti al maggior utilizzo delle infrastrutture.
Per raggiungere questi obiettivi è però necessario che l’Italia e i Paesi transfrontalieri interessati garantiscano l’adeguata capacità di uso in contro flusso degli attuali gasdotti verso Svizzera, Austria e Slovenia, oltre allo sbottigliamento dei gasdotti nel centro Italia, per garantire l’assorbimento delle nuove importazioni da Calabria e Sicilia.
Fondamentale è poi l’evoluzione del Punto di Scambio Virtuale (PSV), dove si svolgono oggi le contrattazioni nazionali del gas, in vera borsa del gas anonima, in grado di esprimere un prezzo di riferimento internazionale, come oggi è la Borsa del gas di Amsterdam (TTF) ed in concorrenza con essa.
L’Italia può inoltre aumentare significativamente la propria capacità di stoccaggio del gas sia per la sicurezza complessiva europea, sia per fronteggiare le variazioni stagionali dei consumi e lo sfasamento temporale tra il closing della compravendita e l’utilizzo del gas, con maggiore flessibilità e minimizzazione dei prezzi.
[/hidepost]