Bonifica bellica, dieci mesi difficili
LIVORNO – Proviamo a ripartire dall’inizio. Dopo più annunci, giustificabili solo in parte dalla complessità del problema, parte la bonifica dagli ordigni residuati di guerra di tutta l’area di mare interessata poi ai dragaggi per la sospirata Darsena Europa.
I lavori sono stati ufficialmente consegnati mercoledì scorso e dovranno presumibilmente essere completati il prossimo ottobre. Non è un lavoro semplice, e nemmeno senza rischi. È anche un lavoro enorme: vanno bonificati 500 ettari di mare con fondali variabili dai 3 ai 16 metri, più altri 130 ettari aggiuntivi che derivano dalla decisione di fare un’altra vasca di colmata per i materiali che dovevano rinascere le spiagge del Calabrone ma non sono state dichiarate idonee.
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L’operazione è stata subappaltata a una impresa specializzata che ha messo in campo trenta subacquei con sofisticate apparecchiature elettroniche in grado di rilevare masse metalliche anche di piccole dimensioni. Dove il fondale è modesto, l’operazione viene svolta dividendo area da bonificare in strisce, ciascuna “battuta” con gli strumenti da sub che fanno turni compatibili con la fatica fisica. Dove i fondali sono più alti c’è anche l’utilizzo di aste di sondaggio. Si tratta di identificare materiale esplosivo, non sempre inerte, derivato dai bombardamenti al porto nell’ultima guerra: bombe ma non solo, perché furono paracadutate anche mine magnetiche. E non è difficile che ci siano anche proiettili di artiglieria inesplosi, relitti di aerei o loro parti, e chissà cos’altro. Una trentina d’anni fa una mina finì sugli scogli davanti al Marroccone: chissà che non ce ne siano altre. Occorrerà, come sempre in questi casi, anche parecchia fortuna: gli ordigni bellici rimasti per decenni sotto sabbia e fango sono molto instabili, la casistica degli incidenti lo insegna.
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Per supportare l’operazione – che si concluderà facendo brillare gli eventuali esplosivi rinvenuti – è stato istallato un piccolo campo base, dotato anche di ambulatorio medico e (dicono) camera iperbarica mobile. Ci sono ovviamente anche natanti a supporto dei sub, con materiali di segnalazione (boe e gavitelli) per “fissare” gli eventuali bersagli individuati. La conclusione delle operazioni, stabilita come già detto per ottobre, comporta un margine di incertenzza per eventuali condizioni meteo avverse.
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Il prossimo autunno, o la fine dell’estate, sono tra l’altro i termini temporali anche per la conclusione della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) i cui documenti – un file enorme, che ha comportato anche le analisi delle cozze, dei ricci e dei gingilli, oltre che delle formazioni algali – sono stati inviati il mese scorso a Roma. I termini ufficiali secondo speranze di Guerrieri&C. Sarebbero per una risposta entro aprile: ma l’esperienza insegna che da Roma si richiedano integrazioni, varianti, ulteriori analisi. Ecco perché si parla di settembre-ottobre, periodo che dovrebbe tra l’altro coincidere con la sperata conclusione della gara per la costruzione e gestione della Darsena Europa. Ce la faranno i nostri eroi, visto come va il mondo?
A.F.
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