Rigassificatore di Piombino: chi lascia e chi raddoppia
PIOMBINO – Prendere decisioni impopolari non è mai facile in regime democratico: ma a volte le cose andrebbero risolte forse con piacere decisione. Si trascina invece per altri 100 giorni – così ha deciso il governatore della Toscana Eugenio Giani – la scelta di dover trasferire la Golar Tundra – la nave gassificatrice destinata tra qualche mese a ormeggiare nel porto di Piombino – dopo i tre anni di permanenza in quello scalo. Il trasferimento fa parte del decreto. E doveva essere indicato nei giorni scorsi. Invece la scelta è stata rinviata tra tre mesi.
L’ipotesi iniziale – e ufficialmente ancora in atto – prevede che dopo tre anni la Golar Tundra dovrebbe essere trasferita al largo, a Nord o a Sud (improbabile) dell’isola d’Elba. Basta guardare la carta geografica per capire che sarebbe una scelta difficile, se non impossibile. La zona di mare approda da mille rotte, ci sono riserve ambientali, zone di pesca, navigazione turistica.
Qualcuno aveva avanzato la proposta di affiancare la Golar Tundra alla nave della OLT Toscana ancorata al largo di Livorno: ma gli stessi della OLT hanno subito sottolineato che nelle condizioni di mare grosso che si verificano sul Tirreno le due navi affiancate farebbero danni reciproci. Niente da fare.
L’altra ipotesi è di trasferire la Golar Tundra davanti a Ravenna, dove si sta già lavorando per la seconda RFSU, in attesa entrala fine del 2023. In questo caso le due navi sarebbero non affiancate dalle parti opposte del terminale di un ex “Paguro” di perforazione, una piattaforma ancorata sul fondale e già collegata alla terraferma da un condotto che ovviamente deve essere adeguato mal nuovo compito.
Proposte di soluzioni ancora al vaglio. Ed è chiaro che allungare i tempi di decisione allunga anche l’elenco delle proteste, le contestazioni, i Nimby.
Così a Roma quattrocento deputati hanno potuto assistere nella sala conferenze di Montecitorio a “Il Metodo Piombino – L’Italia oltre la legge”, come Max Civili, giornalista d’inchiesta, ha intitolato il docu-film girato con la collaborazione dei comitati cittadini di Piombino che lottano contro l’installazione della nave rigassificatrice nel porto.